Savona sembra bearsi di questo fatto, tanto pubblicizzato sui giornali: così “il lavoro” è salvo.
Ma quanto, e di quale qualità, poi, è questo lavoro? In una città prostrata dalla crisi, complessa o no, forse servirebbero investimenti ben pianificati, innovazione tecnologica e piani industriali geograficamente compatibili, più che l'elemosina di Costa.
Ma anche qualche altra osservazione secondo noi è da fare, e anche da trasmettere alle autorità competenti, in primis i Ministeri di Ambiente e Trasporti, ma forse anche la Corte dei Conti.
Iniziamo dalla spesa. È enorme, da 18 milioni di euro in su, probabilmente 22. Il doppio del costo dell'inutile nuova sede. Quanto ricava il porto da una sola nave per giustificare una cifra del genere?
E chi li prende? Perché, certamente per nostra mancanza, nel sito dell'Autorità portuale proprio non si trova il nome di chi dragherà i fondali.
Ed è giusto spender questi soldi - pubblici - a vantaggio di un privato?
Molti soldi son stati spesi anche per costruire gli Alti fondali, in passato, e ora devono dragare per far entrare una sola nave.
Oltretutto, non senza pericoli. Qualcuno avrà tenuto conto che scavando sopra il tunnel del carbone si permette ad una nave che trasporta 3600 metri cubi di GNL iperinfiammabile di passare sopra una struttura a rischio esplosione?
Bologna e Viareggio son lì a raccontarcelo.