News04 settembre 2018 08:10

Ponte crollato: prime svolte nell'inchiesta, qualcuno nel mirino

L'inchiesta sul disastro di Genova presenta alcune novità importanti. Innanzitutto c'è un primo documento in cui i periti della Procura individuano la causa più probabile del disastro in un cedimento strutturale all'antenna della pila 9: il punto in cui i tiranti si congiungono all’estremità del sostegno. Esclusi fulmini, attentati e ogni altra fantasiosa ipotesi tirata fuori in questo mezzo mese d'angoscia

foto: Il Secolo XIX

foto: Il Secolo XIX

Poi, forse la svolta più importante, c'è una lista di nomi, depositata in Procura dalla Guardia di Finanza: i 13 nomi di chi, da almeno tre anni, conosceva le criticità del ponte. Starà ora alla Magistratura valutare le eventuali responsabilità, dirette o omissive, dei big Cerchiai e Castellucci (rispettivamente presidente e amministratore delegato di Autostrade) e degli altri: per Autostrade, nella lista compaiono i nomi di Donferri Mitelli, Berti e Marigliani.

Poi ci sono tre manager di SPEA, la società che si occupa della sorveglianza per conto di Autostrade, e diversi funzionari pubblici, tra cui ovviamente il Provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte Roberto Ferrazza, dapprima inserito nella commissione d'inchiesta ministeriale e poi revocato in tutta fretta da Toninelli.

Nel frattempo, i danni economici provocati dal crollo del viadotto si allargano a macchia d'olio e non risparmiano nessuno: grida di allarme risuonano in ogni dove, dal porto alle aziende (specie quelle piccole) alle quali è interdetto l'accesso fino ad arrivare al gigante di Coop Liguria, che teme per i ritardi dei suoi camion.



LNS

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