05 settembre 2018 13:00

I benefattori con la volpe nel taschino

“I Benetton, per attenuare gli effetti dei processi penali, stanno cercando di fare i filantropi e i benefattori”. Questa l'idea del vicepremier Di Maio, che nega uno scontro politico con Toti dopo le proteste degli sfollati di Genova. Nel frattempo, un penalista spiega dettagliatamente i problemi connessi alla revoca delle concessioni: il ponte crollato, scrive, non può essere ricostruito da nessun altro se non Autostrade

I benefattori con la volpe nel taschino

Secondo alcuni osservatori, la protesta degli sfollati esplosa con veemenza ieri a Genova è la prima crepa nel consenso verso il governo e le istituzioni locali.

Di Maio, dopo le polemiche di ieri, getta acqua sul fuoco: sbagliato, dice, parlare di scontro politico con Toti. “Riconosco tutto il lavoro che stanno facendo Comune e Regione nell’aiutare gli sfollati e dal mio punto di vista, ma l’ho detto a noi stessi, serve un decreto Genova il prima possibile perché ci sono una serie di interventi urgenti che deve fare lo Stato. Non possiamo lasciare le persone in balia dell’elemosine di Autostrade perché in queste settimane abbiamo visto Autostrade voler mettere soldi ovunque. Perché i Benetton, per attenuare gli effetti dei processi penali, stanno cercando di fare i filantropi e i benefattori”.

Nel frattempo, al ministro Toninelli che continua ad affermare che il ponte non sarà ricostruito da Autostrade vengono opposti argomenti che paiono difficilmente superabili.

Giuseppe Giacomini, avvocato esperto in diritto penale, sul Secolo XIX di oggi mostra tutte le sue perplessità sulla revoca delle concessioni che il governo sostiene di voler attuare al più presto: “Siamo davvero sicuri che la concessione possa essere revocata in via “preventiva” e senza che le responsabilità siano state accertate? Il rischio che contenziosi legali a livello nazionale ed europeo possano bloccare per anni l’avvio dei lavori è altissimo ed è un rischio che Genova non si può permettere venga giocato sulla sua pelle”.

Inoltre, scrive l'avvocato, “il concessionario (le cui responsabilità dovranno essere accertate e sanzionate senza sconti in sede penale, amministrativa e civile) deve comunque restituire il bene concesso nelle condizioni funzionali ottimali in cui lo ha ricevuto a prescindere dal fatto che del deterioramento o della perdita del bene sia responsabile o meno. In poche parole, Autostrade deve rifare il ponte (da sola o in Ati con altri) subito, a sue spese e a regola d’arte, per il solo fatto di essere concessionaria”.

Insomma, secondo Giacomini la concessione, adesso, non è revocabile.

Cosa risponderà il governo a queste obiezioni?


LNS

Ti potrebbero interessare anche: