Ai giornalisti, il responsabile del coordinamento viabilità e operazioni di Autostrade dichiara che le parole utilizzate dalla sua collega in quella mail non valgono nulla, perché “quello che contava era lo studio”, e che nessuna pressione è mai stata esercitata da Autostrade sul Cesi.
E ci mancherebbe che non fosse così.
Anche perché lo studio era, ricordiamo, assai allarmante: e dopo che fu consegnato ad Autostrade, la concessionaria interruppe i rapporti col Cesi, come dichiarano esponenti della società di consulenza che su quei maledetti stralli aveva lanciato un allarme ben preciso. (http://www.lanuovasavona.it/2018/09/08/leggi-notizia/articolo/le-parole-la-notte.html)
Nel frattempo, la confusione sulle privatizzazioni regna sovrana nel Governo: dopo che Conte a Cernobbio si è sgolato per rassicurare i potentati dichiarando "Non siamo per le nazionalizzazioni, ma per una gestione efficiente delle risorse", Di Maio oggi sostiene che "necessariamente" la gestione delle autostrade "deve tornare allo Stato: vogliamo chiamarla gestione pubblica e non nazionalizzazione?". E sostiene anche che, su questo, l'accordo con Salvini c'è già.
Il primo effetto delle parole del vicepremier Cinquestelle è stato un ovvio scivolone del titolo di Atlantia in Borsa: le rassicurazioni del ridente Castellucci sugli enormi rimborsi spettanti ad Autostrade in caso di revoca non son bastate, evidentemente, a frenare la preoccupazione degli azionisti.
E mentre Toti si azzuffa coi Cinquestelle sembra sempre più verosimile l'ipotesi della nomina del sindaco di Genova Bucci a commissario per la ricostruzione. Sarà per quella sua aria da mite gattone domestico, o perché appare meno ambizioso del governatore.
Appare, solamente.
In tutto questo, un unico urlo si alza da Genova: fate in fretta.
Perché oggi il traffico nel capoluogo era un disastro.
E non potrà che peggiorare quando, tra pochi giorni, inizierà la scuola.