26 settembre 2018 07:36

Savona: migliaia di posti di lavoro a rischio

Mentre tutti aspettiamo con una certa ansia il decreto per la ricostruzione di Genova, la situazione del Savonese sembra aggravarsi ulteriormente sotto il profilo occupazionale: ieri il segretario provinciale della CGIL Pasa ha descritto uno scenario desolante, che potrebbe arrivare alla perdita di diverse migliaia di posti di lavoro

Savona: migliaia di posti di lavoro a rischio

Alla Piaggio Aero sono 1300 in cassa integrazione, che non si sa che fine faranno.

Bombardier ha annunciato che costruirà a breve 80 nuove motrici ipertecnologiche, ma non ha detto dove le costruirà.

Una cosa che, se ricordiamo bene, era già successa dopo l'ultima grande commessa: in quel caso, ce l'eravamo scampata costruendone circa 60 nello stabilimento di Vado.

Stavolta, chissà.

E lì, ricorda Pasa, sono 500 i lavoratori col contratto in scadenza a fine anno.

Altri 2 o 300 quelli dell'indotto, poi ne contiamo 200 in mobilità in deroga. Dopodiché, le molte aziende locali meno grandi in crisi.

Facendo i conti della serva, insomma, si parla di un numero tra i 2000 e i 3000 posti di lavoro che rischiano di andare perduti nel giro di pochi mesi.

E non basterà la tanto magnificata piattaforma Maersk, che senza infrastrutture adeguate porterà solo altri disastri.

Che è in mano ai cinesi di Cosco.

Che, come troppo spesso accade qui da noi, per quattro posti di lavoro sacrifica una baia, anche volendo lasciar perdere lo spinosissimo argomento dell'inquinamento dei fondali.

E le istituzioni cosa fanno?

Per adesso, e dopo due anni e rotti che ci fracassano le orecchie e non solo con la crisi complessa, son riuscite a prorogare di due settimane il bando.

E son grandi risultati, non c'è che dire.

Purtroppo la realtà è che le istituzioni liguri si sono mostrate a dir poco carenti fin dai decenni passati, capaci solo a sostituire il lavoro con altro cemento.

E i risultati sono davanti agli occhi di tutti, sotto forma di alluvioni, disoccupazione, rovina delle coste.

A tutto questo ora c'è da aggiungere il disastro del ponte Morandi: costi e tempi aumentati per raggiungere il capoluogo di regione, il decreto-Genova che nonostante i proclami al Quirinale non c'è ancora arrivato, e che i funzionari ministeriali ieri hanno bollato come “infirmabile”.

Forse, si spera, giungerà oggi negli uffici di Mattarella. Firmabile.

Risultato: le tensioni tra governo centrale ed enti locali si fan sempre più acute, e i liguri - che pure cercano disperatamente di essere ottimisti - stanno vedendo i tempi della ricostruzione e del ritorno alla normalità dilatarsi terribilmente.

La crisi complessa ha insomma assunto proporzioni regionali, e mal comune in questo caso non è mezzo gaudio.

G.S.

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