News15 ottobre 2018 15:36

Ponte Morandi, società Autostrade dichiara guerra a Repubblica

Oggi su Repubblica sono usciti stralci di alcuni verbali che mettono in posizione perlomeno imbarazzante i pezzi grossi della concessionaria: pronta e stizzita la replica di Castellucci & co., che si dichiarano “sconcertati” per la ricostruzione giornalistica

Ponte Morandi, società Autostrade dichiara guerra a Repubblica

Le dichiarazioni del direttore delle Operazioni centrali di Autostrade Paolo Berti apparse stamattina su Repubblica hanno fatto rizzare più di un pelo: il quotidiano riporta stralci di verbali che secondo il giornale (e non solo) sono ai limiti dell'imbarazzante.

Ai tecnici del Ministero che gli chiedono se sappia perché il progetto definitivo non è mai stato portato all’attenzione della Direzione generale del ministero, Berti risponde che non lo sa.

Gli chiedono se avesse mai saputo che dall’elaborazione progettuale si erano evidenziati grossi deficit per le travi. Berti risponde di no.

Gli chiedono, allora, se abbia mai letto il rapporto di validazione del progetto esecutivo. Berti risponde di non averlo mai letto.

Ancora, i tecnici ministeriali gli chiedono se sapesse che occorreva intervenire anche sulle campate dalla 1 alla 8. Ancora un no da parte di Berti: “Io di questi interventi che voi ritenete fossero critici non ho mai saputo”.

Infine l’ultima domanda: “Autostrade ha mai prodotto un’analisi di rischio sul Polcevera?”. Berti risponde: “Non lo so”.

Questo scrive Repubblica,

Da chiedersi: Ma lavora lì?

Ed ecco pronta la controffensiva di Castellucci & co, che si dichiarano “sconcertati” per la ricostruzione dei verbali effettuata dal quotidiano.

“Autostrade per l'Italia - si legge sul sito web della concessionaria - esprime sconcerto e sorpresa per quanto riportato, avendo offerto fin dai momenti successivi alla tragedia la più ampia, trasparente e convinta collaborazione ad istituzioni ed autorità competenti.
Va premesso che i verbali delle audizioni della Commissione ministeriale - che secondo quanto dichiarato dal Presidente della Commissione dovevano essere inviati agli interessati entro una settimana - ad oltre un mese di distanza non sono stati ancora consegnati agli stessi, così come le registrazioni. Stupisce che siano stati resi disponibili prima alla stampa.
Va inoltre premesso che l'oggetto della audizione, sulla base della richiesta di convocazione, erano la delibera del Consiglio d'Amministrazione della società che aveva approvato l'intervento di retrofitting e le analisi sismiche completate o in corso di predisposizione sui viadotti con luce superiore ai 30 metri. L'Amministratore delegato e il Direttore Centrale Operations, auditi dalla Commissione, hanno fornito spiegazioni sui due punti oggetto di approfondimento.
Ma l'audizione è quasi immediatamente virata verso una serie di domande relative alle cause dell'evento, a temi tecnici e ad altri aspetti di dettaglio, rispetto ai quali i dirigenti hanno chiarito di non avere elementi di dettaglio, sui quali peraltro pende come noto un'indagine da parte della magistratura. Su questi temi l'amministratore delegato ha chiesto che fosse formulata una lista di dettaglio delle domande, cui poter fornire puntuale riscontro da parte delle strutture tecniche della società. Tale richiesta non è mai pervenuta alla società.
Una considerazione finale. La procedura impostata da parte della Commissione è al di fuori di ogni regola: interrogatori senza verbale che vengono diffusi, modifica degli argomenti rispetto a quelli previsti dalla convocazione.
Ma ancora più grave è la natura pregiudiziale delle conclusioni. Appena 9 giorni dopo la sua piena costituzione, la Commissione è giunta a suo dire non solo ad identificare le cause probabili del crollo, ma anche ad escludere qualsiasi responsabilità di chi ha contribuito alla elaborazione e approvazione del progetto di retrofitting. Una precocità di conclusioni che è stata censurata pubblicamente anche dalla Procura di Genova.”

LNS

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