News30 novembre 2018 15:38

La cacciata degli ultimi

Arci Liguria: "Siamo fermamente convinti che il cosiddetto “decreto sicurezza” sia ingiusto, sbagliato e che contenga elementi di evidente incostituzionalità. Con esso Il Governo ha raggiunto l’obiettivo di trasformare in legge la campagna di criminalizzazione del diritto d’asilo e, più in generale, dell’immigrazione"

copertina: Mimmo Lombezzi

copertina: Mimmo Lombezzi

Nei vari progetti di accoglienza sono coinvolte quotidianamente migliaia 
di persone, tra cui molti delle varie realtà di Terzo Settore, Arci 
compresa che, onestamente e con professionalità, compiono il loro lavoro 
e che non si meritano la gogna politica e mediatica a cui sono 
attualmente sottoposti. Qualora vi fossero o vi fossero state storture e 
malaffare siamo i primi a chiedere l'accertamento della verità e la 
condanna dei responsabili ma come si evince non è questo il punto.
L’abolizione della protezione umanitaria, l’allungamento dei tempi di 
detenzione nei centri temporanei - fonte di sperpero di denaro pubblico 
- la possibilità di trattenere le persone nelle zone di frontiera, la 
creazione di un elenco di paesi di origine considerati “sicuri” che, può 
introdurre eccessivi margini di discrezionalità nella valutazione delle 
domande di asilo, sono solo alcuni degli aspetti negativi del testo che 
si fonda su una visione distorta dell’accoglienza e che punta a 
indebolirla fortemente riducendo anche le possibilità di attuazione di 
progetti basati sul Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e 
Rifugiati (Sprar) nei quali l’ARCI e tanti altri soggetti del terzo 
settore hanno creduto e sono coinvolti al fianco dei Comuni in Liguria 
come in tante altre regioni italiane.
Non solo: si ipotizza con questo decreto una “accoglienza senza 
integrazione” facendo venir meno il principio cardine per cui una 
comunità investe in tale direzione, per il bene dei beneficiari accolti 
e per il bene delle comunità che accolgono. Esperienze positive di 
percorsi di integrazione e interazione reali e diffuse sui territori che 
rischiano di essere compromesse con l’apparente intento di “stroncare un 
business” che invece, al contrario, sarà potenzialmente alimentato in 
favore di quei soggetti criminali che vedono nei numeri dell’accoglienza 
una possibilità di lucro. Questo perché, in generale, volendo favorire 
le grandi strutture da 100/150 posti, di fatto verrà preclusa 
l’accoglienza in piccoli numeri e in modo diffuso, che ha visto in 
questi anni il coinvolgimento, per lo più, di appartamenti affittati da 
privati cittadini.

Quello che alcuni chiamano "disgustoso business” quello odierno è, in 
realtà, la risposta ad un dovere civico che deriva dalla nostra 
Costituzione e dai trattati internazionali attuato in risposta ad una 
richiesta da parte dello stato italiano.
Nei prossimi giorni nella nostra regione saranno diverse le iniziative 
per affrontare in modo concreto questa situazione d’incertezza per le 
prospettive del sistema di accoglienza e che pare avere come risultante 
l’inasprimento dei sentimenti di odio e discriminazione, l’accrescimento 
di un senso di disagio e la riduzione delle effettive possibilità di un 
futuro migliore. Per queste persone e per i nostri territori.
Arci Liguria

com

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