Nei vari progetti di accoglienza sono coinvolte quotidianamente migliaia
di persone, tra cui molti delle varie realtà di Terzo Settore, Arci
compresa che, onestamente e con professionalità, compiono il loro lavoro
e che non si meritano la gogna politica e mediatica a cui sono
attualmente sottoposti. Qualora vi fossero o vi fossero state storture e
malaffare siamo i primi a chiedere l'accertamento della verità e la
condanna dei responsabili ma come si evince non è questo il punto.
L’abolizione della protezione umanitaria, l’allungamento dei tempi di
detenzione nei centri temporanei - fonte di sperpero di denaro pubblico
- la possibilità di trattenere le persone nelle zone di frontiera, la
creazione di un elenco di paesi di origine considerati “sicuri” che, può
introdurre eccessivi margini di discrezionalità nella valutazione delle
domande di asilo, sono solo alcuni degli aspetti negativi del testo che
si fonda su una visione distorta dell’accoglienza e che punta a
indebolirla fortemente riducendo anche le possibilità di attuazione di
progetti basati sul Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e
Rifugiati (Sprar) nei quali l’ARCI e tanti altri soggetti del terzo
settore hanno creduto e sono coinvolti al fianco dei Comuni in Liguria
come in tante altre regioni italiane.
Non solo: si ipotizza con questo decreto una “accoglienza senza
integrazione” facendo venir meno il principio cardine per cui una
comunità investe in tale direzione, per il bene dei beneficiari accolti
e per il bene delle comunità che accolgono. Esperienze positive di
percorsi di integrazione e interazione reali e diffuse sui territori che
rischiano di essere compromesse con l’apparente intento di “stroncare un
business” che invece, al contrario, sarà potenzialmente alimentato in
favore di quei soggetti criminali che vedono nei numeri dell’accoglienza
una possibilità di lucro. Questo perché, in generale, volendo favorire
le grandi strutture da 100/150 posti, di fatto verrà preclusa
l’accoglienza in piccoli numeri e in modo diffuso, che ha visto in
questi anni il coinvolgimento, per lo più, di appartamenti affittati da
privati cittadini.
Quello che alcuni chiamano "disgustoso business” quello odierno è, in
realtà, la risposta ad un dovere civico che deriva dalla nostra
Costituzione e dai trattati internazionali attuato in risposta ad una
richiesta da parte dello stato italiano.
Nei prossimi giorni nella nostra regione saranno diverse le iniziative
per affrontare in modo concreto questa situazione d’incertezza per le
prospettive del sistema di accoglienza e che pare avere come risultante
l’inasprimento dei sentimenti di odio e discriminazione, l’accrescimento
di un senso di disagio e la riduzione delle effettive possibilità di un
futuro migliore. Per queste persone e per i nostri territori.
Arci Liguria
News30 novembre 2018 15:38
La cacciata degli ultimi
Arci Liguria: "Siamo fermamente convinti che il cosiddetto “decreto sicurezza” sia ingiusto, sbagliato e che contenga elementi di evidente incostituzionalità. Con esso Il Governo ha raggiunto l’obiettivo di trasformare in legge la campagna di criminalizzazione del diritto d’asilo e, più in generale, dell’immigrazione"
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