Crisi Complessa07 dicembre 2018 07:11

Crisi complessa, dieci cose da fare

Oggi, mentre due tra le grandi industrie rimaste nel Savonese si trovano più che mai in bilico, ribadiamo i dieci punti di proposta sui quali potrebbe essere fondata quella “strategia di politiche industriali” che abbiamo sempre reclamato

Crisi complessa, dieci cose da fare

Con grave ritardo sembra ci si renda conto della debolezza insita nella vicenda dell’area di crisi complessa, un modello sbagliato perché è assente un dato di programmazione pubblica relativo agli investimenti con l’individuazione preventiva di settori, capacità di innovazione tecnologica, individuazione di aree.

Nel ricordare che al riguardo dell’area di crisi complessa sono arrivate 15 domande da aziende di non particolare consistenza e produttività, ci permettiamo di ribadire dieci punti esposti da parte nostra a partire dall’estate 2016 - che naturalmente provengono da una elaborazione molto lontana nel tempo analizzando i tratti via via evidenti dell’avanzare della crisi industriale del nostro territorio:

1)      E’ indispensabile lavorare nei confronti delle proprietà per una implementazione della tecnologia e della produttività delle due più importanti aziende della provincia di Savona: Bombardier e Piaggio Aeronautica;

2)      Deve essere attivata la bonifica del sito ACNA di Cengio, con relativa destinazione dell’area ad uso industriale;

3)      Va attivato un recupero ad uso industriale con attività ad alta densità tecnologica per il sito di Ferrania. In questo senso potrebbe essere cercato un contatto per la realizzazione di sinergie con Genova nel campo dell’high -tech (Genova high- tech s.p.a) .Altroda materassi e scatole

4)      E’ necessario eseguire una accurata ricerca riguardante i siti utilizzabili per insediamenti di piccola industria e artigianato

5)      Per quel che riguarda i punti 2-3-4 è evidente che ci troviamo in una forte carenza dal punto di vista infrastrutturale, in particolare le ferrovie: un nodo da affrontare urgentemente

6)      E’ urgente un piano di riassetto della situazione idro – geologica del territorio e un piano di prevenzione degli incendi boschivi

7)      Per quel che riguarda il Comune capoluogo rimane decisiva un presenza di forte e costante impatto nella presenza culturale al Centro della Città. In questa direzione (dopo che è stato inopinatamente concesso ai privati di ristrutturare il vecchio San Paolo) è fondamentale l’uso di Palazzo Santa Chiara: spazio per biblioteca e insediamento di sede di studio universitario. Il campus di Legino deve proseguire nella sua attività ma ne sono evidenti i limiti strutturali nel rapporto con la Città

8)      Riassetto e recupero dei centri urbani, nella direzione delle nuove tecnologie di risparmio energetico e di isolamento termico. Serve anche un’operazione di dismissione dell’amianto

9)      Apertura di una seria trattativa con la Regione su trasporto pubblico e sanità pubblica (punto di aggiornamento anche su questo: scriviamo mentre sono stati assegnati ai privati gli ospedali di Albenga e Cairo: operazione che la presidenza della Regione giudica un grande successo)

10)   Occorre stabilire un piano certo di finanziarizzazione dei progetti che deve essere parte integrante di un eventuale accordo di programma.

Soprattutto servirebbe un iter trasparente di coinvolgimento reale del territorio, ma questa forse è l’utopia più grande.


Franco Astengo

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