Secondo il vicedirettore del Fatto Stefano Feltri “Anche dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, Autostrade per l’Italia avrà il suo aumento annuale delle tariffe. Più basso di quello ottenuto per il 2018 (1,51 per cento), ma comunque quasi pari alle richieste avanzate al ministero dei Trasporti: 0,81 per cento a fronte dello 0,86 domandato”.
Il Ministero si affretta a smentire: “Oggi qualche organo di stampa scrive di aumenti tariffari spropositati sulle autostrade per il 2019, citando documenti che in realtà rappresentano solo il momento di avvio dell’istruttoria sulla materia, documenti ricognitivi che non pregiudicano le successive azioni dell’amministrazione. In realtà, si sta lavorando per arrivare a una sterilizzazione più ampia possibile della dinamica dei pedaggi, soprattutto in relazione a concessioni che sono sottoposte a procedure amministrative o con Pef scaduti, in attesa che entrino pienamente in vigore il nuovo assetto normativo e le prerogative rafforzate dell'Autorità di regolazione dei trasporti circa la dinamica delle tariffe".
L'altro casus belli che vede protagonista Autostrade per l'Italia è la notizia, apparsa su alcuni quotidiani, di una denuncia che ASPI avrebbe presentato in Procura contro i giornalisti che si sono occupati della tragedia di agosto.
La concessionaria smentisce ma solo in parte, infatti la nota ufficiale recita: “L'esposto non contiene alcuna denuncia nei confronti dei giornalisti che hanno scritto delle vicende giudiziarie relative all'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, ritenendo la libertà di stampa un pilastro fondamentale della nostra democrazia. (e meno male, ndr).
Obiettivo dell'iniziativa è invece semplicemente quello di avere conferma dalla Procura della veridicità dei virgolettati degli interrogatori degli indagati stessi, comparsi sulla stampa. Ciò ai fini della tutela dei diritti degli indagati medesimi.”
È la stampa, bellezza.