In Liguria non siamo nuovi all'esosità della compagnia “di bandiera” - perennemente sull’orlo del fallimento e continuamente ricapitalizzata con poderosi clisteri di soldi pubblici.
Chiunque in questo ultimo decennio abbia avuto bisogno di recarsi a Roma con urgenza, perduti anche gli ultimi treni veloci con i quali un tempo era possibile raggiungere la capitale dalle nostre coste, sa quanto gli è costato.
È questo il prevedibile risultato del totale disinteresse per i collegamenti ferroviari di generazioni intere di amministratori pubblici liguri, che non si occupavano d'altro che di gettar cemento sulle coste.
Ed è il problema di tutti i monopoli: se per andare a Roma c'è un solo mezzo che non ti faccia perdere la giornata, e in più una compagnia unica, è chiaro che questa può fare il bello e il cattivo tempo, se la politica non si oppone.
Perché tutte le compagnie low cost hanno abbandonato il Colombo?
Perché è stato permesso ad Alitalia in crisi perpetua di detenere il monopolio sui voli dei liguri?
Bene fanno gli imprenditori ad arrabbiarsi, anzi oseremmo dire che era l'ora: una Liguria sempre più isolata non potrà che spopolarsi sempre più, e le attività produttive residue si vedranno costrette ad andarsene in luoghi se non più felici certamente più facilmente raggiungibili.
Chi ci legge sa che siamo per il servizio pubblico in tutto, quindi ben vengano le compagnie di bandiera: purché siano gestite con buon senso e senza assurdi sprechi come invece abbiamo sempre visto nella romana Alitalia.
Altrimenti saremo sempre noi, come cittadini e come consumatori, a pagare il prezzo inverecondo necessario a mantenere chi non riesce a stare sul mercato.
LNS
