Cose Belle10 marzo 2019 09:47

Le mani giù distese, ecco la Mater Misericordiae

La mostra sarà aperta il 16 e il 17 marzo presso la Collezione d'arte sacra contemporanea Santa Rossello a Savona, collocata nell'ex atelier dello scultore Antonio Brilla. Il 16 marzo, alle 16,30 la pittrice genovese Milly Coda sarà presente all'inaugurazione per presentare la sua opera dedicata a N.S. di Misericordia

Le mani giù distese, ecco la Mater Misericordiae

Sala della Collezione d’Arte “Santa Rossello”- Via Chiassuolo Rossello 1 – Savona

Inaugurazione sabato 16 marzo 2019, ore 16.30

Presentazione della litografia di Milly Coda con l’Artista e della mostra di alcune opere antiche dedicate alla Patrona di Savona.

Conversazione a cura di Silvia Bottaro

Queste riflessioni sono legate all’atteggiamento delle braccia della Vergine, aspetto connesso allo stesso titolo di “Madre di Misericordia”, in quanto Dio le ha concesso di elargire ogni tipo di misericordia (quia Deus in potestate sua tradidit facere omnes misericordias). Tale Madre è l’icona dell’inesauribile paternità divina verso i più deboli, i bisognosi. A tal proposito Jacopo da Varazze (Jacopo De Fazio, chiamato anche Jacopo da Varagine o Giacomo da Varagine (Varazze, 1228 – Genova, 13 luglio 1298, o 16 luglio), è stato un frate domenicano, arcivescovo di Genova e agiografo; è stato proclamato beato della Chiesa cattolica. Il suo culto come beato fu confermato nel 1816 da papa Pio VII) ha affiancato alla Madre di Misericordia il passo dei Proverbi: “ha aperto la sua mano al misero, stende le sue mani al povero” (Prv.31,20). Salomone celebra le lodi della Beata Vergine, donna forte, che fece discendere Dio dal cielo per sconfiggere il demonio e stende incessantemente le braccia verso i peccatori e concede la misericordia a tutti, senza alcuna eccezione. Tale atteggiamento, “le mani distese”, mette in luce, senza ombra di dubbio, la generosità inesauribile, inestinguibile della Vergine che, senza alcun titubanza e remora, elargisce le sue misericordie dischiudendo le sue mani e allargando le braccia in quel gesto materno tipico di ogni madre che vuole dare conforto, forza, protezione, fiducia a suo figlio. Tale gestualità, significa, anche, che tutti possono confidare nella sua maternità e, quindi, essere condotti alla salvezza eterna (“modo autem ambo brachia habet aperta et extensa, qui omnes ad suam gratiam recepite et ad gloriam introducit”). … Alzò le mani e gli occhi verso il cielo.

Dando tre volte la benedizione sopra il Fiumicello, sempre dicendo “MISERICORDIA E NON GIUSTIZIA” (Antonio Botta) La Vergine è “cancellaria” di Dio: Jacopo da Varagine ci descrive come la curia divina sia amministrata da 3 cancellieri: S. Michele, S. Pietro e la Vergine. S. Michele ha il compito di stabilire la giustizia. A San Pietro Dio ha dato due chiavi, quella della giustizia e della grazia . In cielo è, infatti, portinaio di due porte, la prima è quella che verrà aperta a chi avrà compiuto opere di giustizia, la seconda è quella della grazia che si aprirà per esempio ai fanciulli che avranno ricevuto il battesimo. Il terzo cancelliere, la Vergine, ha il compito di elargire misericordia: “cui commisit Deus dare misericordiam et gratiam”. Due eventi drammatici misero in pericolo la sopravvivenza di Savona poco prima dell’evento miracoloso del 18 marzo 1536: la pestilenza del settembre 1523 (2000 vittime) e, nel 1528, la demolizione del Priamar e del porto per mano della Repubblica di Genova.

L’apparizione mariana, al di là del fatto religioso, si può leggere anche come avvenimento sociologico perché rivitalizzò le grandi manifestazioni di devozione popolare medievali e diede ai savonesi, umiliati dal giogo genovese, una identità unica di popolo che si ritrovò nell’intervento della Vergine che salvò Savona, poi, anche da epidemie della peste come nel 1579. Ricordiamo che il Verzellino nel sec. XVI annota che avrebbe esercitato a Savona un medico famoso Nostradamus (1549) come si trova scritto in alcune parti delle sue Centuries, ci sono riferimenti al mar ligure rosso di sangue (II, 85), alla mura di Savona infrante dalla violenza dei nemici (“le fort gagné”, I, 75) sia provenienti dal mare che dai monti, fino a rendere la città “enclave de Turin” (V, 85). Certamente anche leggendo la storia della medicina a Savona, si trova spesso l’intercessione di Maria fino al sec. XIX, ma di questo ci interesseremo in una prossima occasione. (Per maggiori informazioni consultare G. Farris (a cura di), Miscellanea storica savonese (secc.XI-XVIII), Savona, 2014, pp. 215-229)

Associazione "R. Aiolfi", no profit, Savona

via Boselli, 6/3 17100 Savona

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