Rispetto al 2012, infatti, l’occupazione complessiva è diminuita dell’1,4% mentre nello stesso periodo la popolazione in età di lavoro ha registrato una flessione pari al doppio di quella dei lavoratori (-2,8%).
Un dato dal significato ambiguo ma non incoraggiante, perché indica come gli abitanti in età “attiva” debbano andarsene a cercar lavoro altrove.
Gli occupati in provincia di Savona nel 2018 risultano 108.685, in calo per il secondo anno consecutivo: sul territorio sono stati persi 1.329 occupati dal 2017, e ben 2.147 dal 2016 (-1,9%).
Negli ultimi due anni la disoccupazione è cresciuta del 22%, a fronte di una media ligure che è solo dell’1,8%.
La disoccupazione giovanile, poi, è quasi 4 volte il dato medio complessivo ed è aumentata del 38% in soli tre anni.
Savona ha il dato più alto in Liguria per l’industria, ma il più basso per i servizi, settore tornato ai livelli degli anni di crisi. Il settore del commercio/turismo, per esempio, cala ben del 10,1% e ritorna ai livelli di 10 anni fa.
L’industria (escluse le costruzioni) è l’unico comparto in aumento sull’anno precedente, mentre l’agricoltura è in calo per il quarto anno consecutivo.
Proprio oggi il Corriere della Sera pubblica un sondaggio dal quale emerge che due italiani su tre temono il trasferimento dei ragazzi all’estero in misura pari o superiore a quanto temono l’arrivo degli immigrati: uno spauracchio che, sebbene agitato con incrollabile tenacia dall’attuale potere politico, sta forse smettendo di funzionare anche come capro espiatorio.
Un problema, quello dei giovani costretti ad andarsene, che nel Savonese è forse più sentito che altrove: già nel 2014 l’età media degli abitanti della provincia di Savona era la più alta d’Italia.
QUI il report completo scaricabile.
LNS
