Mezza politica17 giugno 2019 06:44

La patrimoniale mascherata

Imu, Tari, Tasi e Iva, un Lettore ci scrive: nel nostro Paese si ha la mano leggera su chi evade e si omette di tassare i redditi difficili da tassare, mentre si opprime chi realizza qualcosa con il lavoro e il risparmio

La patrimoniale mascherata

Come spesso amo fare, specie in questo periodo di esazione/estorsione della principale PATRIMONIALE sulle nostre case, propongo alcune riflessioni  e pensieri sull'iniquità delle imposte patrimoniali che i vari governi ci propinano, affinché le coscienze critiche restino ben sveglie su tematiche le quali, per il principio della persistenza impositiva, diventano purtroppo accettate e considerate normali.

Forse non ci siamo mai soffermati a riflettere su quante IMPOSTE PATRIMONIALI , più o meno camuffate, dobbiamo sopportare sopra i nostri beni, di qualsiasi entità e valore essi siano. Infatti, oltre alla famigerata e vile IMU (già ICI, e ancor prima presente dal lontano 1992 quando esordì come I.S.I. e avrebbe dovuto essere "una tantum") possiamo sommarne altre comuni come l'IVA sui beni, oppure altre camuffate miserevolmente da tasse, come la TASI e pure la TARI sui rifiuti, in quanto la loro base impositiva è catastale, quindi immobiliare.

Tutte forme di prelievo sprovviste di un requisito fondamentale, costituzionale come recita il n. 53, quello della PROGRESSIVITÀ (Articolo 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.)

In sostanza, nel concorrere alle spese dello Stato, secondo il dettato costituzionale,  ciascun cittadino dovrebbe  concorrere proporzionalmente in base alla propria capacità di reddito.

È evidente l'autorevole concetto che i Padri costituenti vollero fissare per assicurare l'equità della richiesta fiscale.

Oggi, con  un trucchetto da rubagalline, di puerile camouflage, quello  di farci credere di pagare una tassa, mentre stanno prelevando con IMPOSTE, che potrebbe rappresentare la considerazione che i politicanti  hanno dei loro cittadini, invece si preleva usando strumenti NON aderenti ai dettami costituzionali, cioè sprovvisti di PROGRESSIVITÀ. 

Potremmo disquisire sulla natura del bollo auto divenuto TASSA DI POSSESSO, un eufemismo errato che signifiCa invece IMPOSTA DI POSSESSO oppure sul canone televisivo, peraltro riscosso in una maniera illecita sulla bolletta dell'energia elettrica, che viene definito " di possesso " dell'apparecchio televisivo, o un altra imposta su un bene ma non dimentichiamo che i beni patrimoniali di qualunque natura essi siano (case, castelli, pollai, gioielli o paccottiglia, cavalli da corsa o cani da caccia, Ferrari piuttosto che Fiat Panda...) una volta costituiti (comprati, costruiti, ereditati) usando DENARO  frutto del lavoro e del risparmio, quindi con DENARO GIÀ ASSOGGETTATO AL PRELIEVO FISCALE sul reddito IRPEF, sono LIBERI E NON POSSONO più essere sottoposti ad alcun prelievo fiscale , visto che sono il frutto di quel denaro già tassato ai fini del reddito.

Diversamente, si tratta cosi come accade DITTATURA FISCALE, DI INIQUITÀ DEGNE DELLO SCERIFFO DI NOTTINGHAM. Quindi, applicando un'IMPOSTA PATRIMONIALE (che cozza con l'articolo 53 Costituzione e con altri due che tutelano il risparmio e la casa), resta soltanto perpetrata una presunzione di ILLEGALITÀ nei confronti dei cittadini, senza alcuna prova.

Una schifosa pregiudiziale sulla presunta, quanto errata,  provenienza, sfuggita al fisco, di quel denaro utile a costituire il bene. Un sistema flaccido pavido e incapace che non riesce a tassare i redditi e invece di colpire l'evasione si sfoga vigliaccamente sui patrimoni sui beni, quindi su chi non può sfuggire alla tagliola come il lavoratore dipendente, i pensionati colpendo i loro beni patrimoniali, frutto del lavoro e del risparmio.

FORTI CON I DEBOLI E DEBOLI CON I FORTI, questo il triste concetto con cui assistiamo alle sperequazioni quotidiane. Se volessimo farne un esempio negativo di rappresentazione ideologica potremmo stigmatizzare lo svarione di questa logica con un concetto che sentiamo spesso : " chi ha di più deve dare di più", probabile retaggio ideologico di un certo tipo che punisce chi ha qualcosa colpevole a prescindere soltanto di averlo realizzato, in luogo del corretto e poco applicato "CHI GUADAGNA DI PIÙ DEVE DARE DI PIÙ".

Nel nostro paese si ha la mano leggera su chi evade e si omette di tassare i redditi difficili da tassare mentre si opprime chi realizza qualcosa con il lavoro e il risparmio, pur pagando le tasse, in quanto più facilmente perseguibile.

Un errore non da poco, peraltro fondato su un ricattino morale che cerca di far sentire in colpa anche gli onesti, rei di aver realizzato qualcosa con il lavoro e il risparmio. 

G.M.

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