E per chiarirlo manda una mail formale a un’azienda fornitrice, che allibita risponde “preferiamo perdere un cliente, piuttosto che accettare condizioni di questo tipo”.
E meno male che il razzismo non sta dilagando in Italia come un putrido stagno di melma.
A immaginarselo son solo loro, le pericolose zecche buoniste, ma non è vero niente.
Se però un’azienda, nella Brescia di oggi e non nell’America del Ku Klux Klan si sente legittimata a metter per iscritto frasi aberranti come queste, vogliamo ammettere che un qualche problema esiste?
Pakistani, indiani o simili. Ma simili a chi?
Simili a noi, loro.
Come voi non siete.
A noi, che non siamo buonisti e forse neanche buoni, perché anche dopo aver visto le immagini del bombardamento nel centro migranti del “porto sicuro” libico stamattina siamo comunque riusciti a bere il caffé.
Ma che non siamo vostri simili.