Il magnifico cubo di vetro vinto alla lotteria insieme al Crescent dai Savonesi tutti è transennato da settimane: esattamente dal 5 agosto, quando una vetrata è precipitata a pochi passi dalla gente che si godeva ignara la serata in porto.
Ferragosto è passato, ma ancora non si vedono avanzare i lavori, al contrario di quelli per i dragaggi che anche la domenica di Ferragosto deliziavano i timpani fin dalle 7.30 del mattino: intendono lasciarlo così molto a lungo, con bancari e clienti che entrano in ufficio come vietcong in guerra e i cassonetti dei rifiuti raggiungibili solo attraverso uno slalom sotto le impalcature, a un metro da dove la gente pranza seduta ai tavoli del Cu de Beu?
E a proposito di cassonetti, quanto ci impiegherà il nuovo manager di ATA a farne aggiungere una ventina? O abbiamo deciso che le piramidi di cartone sono un tratto di folklore locale da offrire ai turisti?
A concludere le delizie estive, una bella striscia d’olio di una spanna abbondante per decorare il porfido: una pavimentazione già messa a dura prova dai tappulli in cemento (che per farli così era meglio lasciare i buchi) e dalle radici dei pini, tagliati senza pietà senza che nessuno pensasse almeno di pareggiare il selciato.
Per non parlare, di nuovo, delle voragini che attentano alle caviglie degl’incauti visitatori dei mercatini davanti a Via Gramsci e delle fioriere marce che delimitano, solo a parole, un’area pedonale dove passano più camion che al casello.
E dire che il limite è di due tonnellate.