1. Appartenenza leale all'Unione europea
2. pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento
3. sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale
4. cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell'Europa
5. svolta delle ricette economiche e sociali in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti
I cinque punti vanno bene, a una condizione indispensabile per il punto 1 e il punto 4: che l’Europa si mostri in grado di essere entità politica e non solo economica.
Altrimenti si affoga nel solito pantano.
Il punto basato sulla sostenibilità ambientale ha un vulnus, che rischia di affossare ogni possibilità e che è di nuovo, sempre, il TAV.
Quell’Alta velocità vecchia di trent’anni va tenuta in gran considerazione prima di firmare, per non arrivare a un dopo simile a quello che abbiamo già visto: un immaginifico contratto di governo basato sullo studio costi-benefici che crolla sotto il peso di pressioni ed espressioni che, evidentemente, noialtri cittadini normali non riusciamo neppure a immaginare.