10 settembre 2019 18:32

Savona: elezioni anticipate? Uno spiffero dal centrodestra

A Savona si potrebbe votare per le comunali con un anno di anticipo e cioè già nella primavera del 2020, in concomitanza con le Regionali (di Bruno Lugaro)

Savona: elezioni anticipate? Uno spiffero dal centrodestra

Ilaria Caprioglio avrebbe infatti convinto Giovanni Toti a inserirla in quel listino che rende automatica l’elezione. Le vicende nazionali hanno dato uno scossone al centrodestra che lavora contemporaneamente alla candidatura di Franco Orsi a Palazzo Sisto. Ciò che Toti avrebbe chiesto a Caprioglio è di abbandonare la strategia del galleggiamento che ha fin qui contraddistinto la sua azione di governo, e realizzare qualcosa di concreto per la città.

Sarà ancora una volta l’Unione Industriali a dare l’imprimatur alle candidature di centrodestra e Pd? E’ quasi una certezza se si scorre la storia del voto negli ultimi trent’anni a Savona. Nel 1990 la pur autorevole scelta di Armando Magliotto maturò attraverso un fitto dialogo con gli industriali, allora rappresentati da Aldo Dellepiane e Luciano Pasquale. Dialogò che favorì l’operazione Orsa in darsena ma anche la nascita dell’Università all’ex caserma Bligny. Quando l’allora Pds, con mossa tafazziana, decise di giubilare Magliotto, sostituendolo con Sergio Tortarolo, fu ancora una volta via Gramsci a dare l’assenso seppure con poco entusiasmo. Che invece riversò nel 1994 su Francesco Gervasio, industriale, candidato dal centrodestra. Solo in quella occasione andò in corto circuito il filo rosso tra Pds e Confindustria che non poteva digerire la candidatura di Aldo Pastore, troppo di sinistra. E Pastore uscì sconfitto anche perché buona parte del Pds non lo aiutò, per non scontentare gli industriali. Nel 1994, insomma, i senatori Sergio Cappelli e Gianfranco Ruffino divennero, seppure per poco tempo, i garanti degli interessi dell’Unione industriali. Dal 1998 e per nove anni, con il sindaco Carlo Ruggeri i Ds rimisero le cose a posto. Ripristinato il filo rosso con i capitani d’industria, per la verità un po’ affannati, invitarono a tavola un nuovo protagonista della politica locale: Rino Canavese, ex presidente dell’Autorità Portuale. Con il trio Ruggeri-Canavese-Pasquale i Ds erano in una botte di ferro. E pure gli industriali. L’onda lunga favorì anche l’elezione di Federico Berruti e la successiva conferma.

Oggi i “pontieri” del Pd sono al lavoro per ravvivare il rapporto con gli industriali. Caprioglio, partita con la “benedizione” di via Gramsci, ha ampiamente deluso le aspettative, ma la Regione appare saldamente in mano a Toti e allora occorre muoversi con prudenza. Orsi farebbe al caso degli industriali ma il Pd, dove i big di lungo corso sembrano aver ripreso il sopravvento, non si arrendono all’idea dell’un po’ per uno in braccio alla mamma. Vogliono l’esclusiva del rapporto con i poteri economici.

Bruno Lugaro

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