28 settembre 2019 14:58

Parkinson: zitto zitto il governo taglia i ricoveri

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, non è mai stato in un reparto ospedaliero dedicato al parkinson. Avrebbe visto pazienti piegati in due, costretti a muoversi solo in carrozzina, non più in grado di comunicare se non a gesti, sopraffatti da discinesie simili a convulsioni (di Bruno Lugaro)

Parkinson: zitto zitto il governo taglia i ricoveri

Avrebbe conosciuto il dolore, quello profondo di chi con la ginnastica quotidiana tenta di frenare l'incedere della malattia.

Avrebbe anche visto gli straordinari rapporti di amicizia che nascono tra i malati durante i ricoveri.

Se il ministro avesse trascorso anche solo un'ora in un centro riabilitativo ospedaliero, non firmerebbe mai e poi mai un decreto che cancella la riabilitazione ospedaliera per i malati di parkinson, prevedendo solo la riabilitazione ambulatoriale.

Eppure, oggi a Roma, il Consiglio direttivo della Società Neuroscienze ospedaliere, discuterà proprio del decreto legislativo relativo all'appropriatezza dei ricoveri in riabilitazione.

Insomma, ci siamo.

La notizia arriva da un post del dottor Giuseppe Frazzitta, neurologo, grande sostenitore della riabilitazione per il "contenimento" del morbo.

Il decreto in questione colpisce a morte i parkinsoniani.

Pensate ad esempio quale assistenza ambulatoriale potranno avere i malati in Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia, che oggi salgono al nord per gli indispensabili ricoveri riabilitativi.

Domani potranno ugualmente fare riabilitazione nelle stesse strutture, ma solo a livello ambulatoriale.

Il che significa fare le tue due-tre ore di ginnastica e massaggi e poi pagarti vitto e alloggio.

E chi non potrà permetterselo?

Già il ministro Lorenzin, due anni fa provò a negare ad oltre 250 mila malati di parkinson in Italia, il ricovero riabilitativo ospedaliero, arma di provata efficacia per rallentare il processo degenerativo a livello cerebrale, causato dal morbo.

Il governo cadde e il decreto passò in cavalleria.

Oggi ci riprova l'esecutivo di Conte, alla chetichella, ignorando i malati e con un atteggiamento meno barricadero da parte dei medici.

Bruno Lugaro

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