News25 gennaio 2020 07:18

Savona, le sardine e una sinistra da rifare

Non eran molte, le sardine che ieri sera si sono riunite in piazza Sisto. Pioveva e faceva anche freddo, è vero; ma era impossibile non notare la differenza col primo appuntamento, quello al Brandale il 4 dicembre, quando una folla variopinta aveva sfidato la tramontana gelida e riempito uno spazio non molto più piccolo di quello davanti al Comune

Savona, le sardine e una sinistra da rifare

Si parlava con un collega ieri in piazza, osservando l’afflusso tanto inferiore alle aspettative: secondo lui il motivo è che i giovani savonesi considerano ormai l’evento - sardine come politicizzato, quindi non più interessante. E probabilmente ha ragione. 

Allora ha ragione anche chi fin da subito ha visto nel movimento delle sardine solo un’altra declinazione dell’antipolitica, benché diversa da quella targata cinque stelle e opposta a quella leghista?

Non c’è insomma più spazio per la politica a Savona? 

Non ci si poteva certo aspettare un successo paragonabile alle città emiliane, dove la campagna elettorale è pressante e intensissima in questi ultimi fuochi prima di domenica: ma di sicuro la piazza di ieri - che tra l’altro poteva contare su ospiti del calibro di Mimmo Lombezzi, Jacopo Marchisio e Franca Ferrando - è per Savona un segnale non meno importante di quella del 4 dicembre, perché la qualità della partecipazione non può sostituire la quantità, che in una democrazia - specie se un po’ in sofferenza - è necessaria come l’ossigeno.

Specie nel giorno in cui a Mondovì, a pochi chilometri da noi, è stata imbrattata la porta del figlio dI un'antifascista deportata nei campi di concentramento.

Un segnale di stanchezza e disillusione, insomma, che tutta la parte politica savonese che afferma di voler contendere alla destra il governo della Regione e poi della Città non può assolutamente permettersi di ignorare. 

Ricordando che al Pilastro - il quartiere di Bologna ormai noto per la citofonata dell’ex ministro dell’interno - il PCI che sapeva radicarsi nelle periferie, che sapeva consolare e proteggere, il partito che riusciva a non far sentire sole le persone, aveva l’ottanta per cento. 

Qualcuno, tra le forze politiche considerate "minori", ci sembra stia provando ad ascoltare i territori, ad essere presente: un esempio che andrebbe seguito per davvero, al netto degli slogan che oggi più che mai lasciano il tempo nuvoloso che trovano.

http://www.lanuovasavona.it/2019/11/15/leggi-notizia/argomenti/news-1/articolo/salvini-le-sardine-e-una-sinistra-da-rifare.html

G.S.

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