News05 febbraio 2020 15:43

Chiudiamo i porti alla guerra

Domenica 16 febbraio è atteso al porto di Genova l’arrivo della nave Yambu Bahri. Questa e altre navi dell’armatore saudita si occupano anche di trasportare materiale bellico destinato ad alimentare le devastanti guerre in Medio Oriente

Chiudiamo i porti alla guerra

“Siamo tutti coinvolti ma non vogliamo essere complici” dichiarano i lavoratori del porto di Genova e anche questa volta hanno annunciato che si comporteranno di conseguenza, continuando una lotta che dallo scorso giugno ha visto mobilitati sullo stesso fronte i portuali di Bilbao, Anversa, Marsiglia e Le Havre.

Il governo “del cambiamento” ci coinvolge nel proseguimento di una dissennata belligeranza che dura da oramai trent’anni e che vede il nostro Paese impegnato direttamente nei conflitti o utilizzato come rampa di lancio e deposito nucleare dagli Stati Uniti e dalla NATO; Leonardo e Fincantieri, entrambe controllate dal governo, fanno affari d’oro rifornendo di armamenti hi-tech governi di Paesi impegnati in criminali aggressioni militari come la Turchia, l’Arabia Saudita e gli stessi Stati Uniti; Dai lavoratori portuali di mezza Europa ci arriva invece un esempio di dignità, coraggio e determinazione.

Rifondazione Comunista e il Partito della Sinistra Europea raccolgono l’appello del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali.

Sabato 15 febbraio alle ore 15,00 presidio davanti la Prefettura di Genova, dove sarà presente il Vicepresidente della Sinistra Europea Paolo Ferrero, per esigere da questo governo che:

☆ venga interdetto dal porto di Genova e da tutti i porti italiani il transito di armi e materiale bellico destinato a rifornire governi implicati in aggressioni militari e palesi violazioni dei diritti umani;

☆ siano bloccati immediatamente tutti i trasferimenti di tecnologia militare verso tali governi; vengano ritirati i soldati italiani dall’Iraq, dall’Afghanistan e da tutti gli scenari in cui questi sono coinvolti come forze di occupazione e vengano piuttosto impiegati a sostegno della Protezione civile nelle crisi ambientali che colpiscono ogni anno il nostro Paese.

☆ vengano ridotte drasticamente le spese militari - perché 70 milioni di euro al giorno sono una pazzia - e tagliati tutti i programmi da “supremazia” aeronavale come F35 e portaerei.

☆ Si investa in occupazione, sanità, educazione e manutenzione del territorio e si ripensi radicalmente il concetto di "Difesa": le vere minacce alla nostra sicurezza sono il montante caos climatico e le conseguenze ambientali del capitalismo.

Invitiamo movimenti, associazioni, forze politiche e sindacali a manifestare solidarietà concreta e vicinanza alla lotta dei portuali di Genova.

CHIUDIAMO I PORTI ALLA GUERRA! PER LA PACE E LA SOLIDARIETA’ TRA I POPOLI.

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