News17 febbraio 2020 11:51

No al traffico d'armi sulle nostre banchine

Il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali in presidio, da stamattina, contro il traffico di armi nel porto di Genova. L'appello di Rifondazione Comunista: "Il presidio continua, c'è bisogno di tutti"

No al traffico d'armi sulle nostre banchine

Così il Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Genova: "Sosteniamo la lotta del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, contro il traffico di armi nel porto di Genova. 

In Yemen continua la strage di civili e soprattutto di bambini. Uniamoci alla lotta tutte e tutti insieme! Contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, contro l'arroganza della Nato.

BASTA TRAFFICI DI ARMI NEL PORTO DI GENOVA!

Il presidio continua, c'è bisogno di tutt☆!"

Solidarietà anche da Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista, Gregorio Piccin, responsabile pace Rifondazione Comunista - Sinistra Europea e Paolo Ferrero, vicepresidente Partito della Sinistra Europea: "Oggi è attraccata al porto di Genova la nave Yambu Bahri.

Questa e altre navi dell’armatore saudita Bahri si occupano anche di trasportare materiale bellico destinato ad alimentare le devastanti guerre in Medio Oriente.

Ad accoglierle il presidio del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali a cui abbiamo aderito come Rifondazione Comunista e col Partito della Sinistra Europea stiamo lavorando per l'estensione della campagna a tutti i porti europei. 

Nei mesi scorsi lo stesso Papa Francesco ha citato come esemplare il blocco effettuato dai portuali genovesi. 

Questo governo - come i precedenti- ci coinvolge nel proseguimento di una dissennata belligeranza che dura da oramai trent’anni e che vede il nostro Paese impegnato direttamente nei conflitti o utilizzato come rampa di lancio e deposito nucleare dagli Stati Uniti e dalla NATO. 

Leonardo e Fincantieri, entrambe controllate dal governo, fanno affari d’oro rifornendo di armamenti hi-tech governi di Paesi impegnati in criminali aggressioni militari come la Turchia, l’Arabia Saudita e gli stessi Stati Uniti;

Dai lavoratori portuali di Genova e di mezza Europa ci arriva invece un esempio di dignità, coraggio e determinazione.

Invitiamo le organizzazioni sindacali a sostenere concretamente la lotta con lo sciopero. 

Non vogliamo essere complici di un sistema economico che fa profitti sulla guerra e lo sterminio. 

I portuali di Genova stanno tenendo vivo il ripudio della guerra contenuto nell'articolo 11 della Costituzione antifascista e le migliori tradizioni internazionaliste del movimento operaio italiano."

Anche l'Unione Sindacale di base sostiene il CALP: "USB Liguria esprime solidarietà ai lavoratori del Porto di Genova, impegnati a contrastare l'arrivo della nave Bahri Yambu carica di armi e di mezzi militari, ed invita i propri iscritti e tutta la cittadinanza a partecipare alle iniziative di lotta in programma".

 

LNS

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