News11 ottobre 2019 08:00

In piazza per i Curdi

Le adesioni dell'ANPI provinciale di Savona e di Italia in Comune al Presidio organizzato da Rifondazione Comunista Savona, con ARCI e NUDM, che si terrà sabato 12 ottobre alle 17.30 in piazza Mameli, per chiedere la cessazione di ogni azione di guerra e il riconoscimento dell'indipendenza e della sovranità del popolo Curdo

In piazza per i Curdi

Al presidio, organizzato da Rifondazione Comunista con ARCI e NUDM, aderisce anche la sezione Angiola Minella di Italia in Comune: "Italia in Comune vuole esprimere tutto il proprio sostegno e la propria solidarietà agli uomini e alle donne curde, abbandonate in queste ore al proprio destino, vittime della follia dell’imperialismo turco di Erdogan, usati nella guerra allo stato islamico e poi gettati via come stracci vecchi dal governo americano, nell’indifferenza totale della Comunità Europea. Per questo sarà a fianco ai savonesi ed alle savonesi che domani si riuniranno in Piazza Mameli ed invita tutti coloro che si riconoscono nella democrazia, nella pace, nella tutela del diritto al futuro di unirsi alla partecipazione".

Un presidio in difesa del popolo Curdo si è svolto stasera in largo Pertini, a Genova (http://www.lanuovasavona.it/2019/10/10/leggi-notizia/argomenti/news-1/articolo/in-difesa-del-popolo-curdo.html

Così la sezione genovese di Rifondazione Comunista: "Oggi, come spesso capita a Genova, abbiamo visto una bella manifestazione a sostegno del Popolo Curdo. 

Hanno aderito circa una trentina di organizzazioni, tra partiti, associazioni e centri sociali. 

Anche la presenza è stata buona, circa 500/600 persone si dice, visto che parliamo di un presidio organizzato in due giorni. 

Questo significa che tra la gente è ancora importante credere in una società giusta, che non sia solo profitto, prepotenza e guerre imperialiste. 

La resistenza Curda, che ogni giorno mostra una fantastica tenacia e dignità è un esempio per chi come i comunisti e non solo debbano resistere a questa avanzata del capitalismo più becero, ma ci deve insegnare che solo con l'unità nella lotta, accettando le nostre diversità, si può ancora pretendere un mondo migliore da quello di oggi.

Quindi, anche se il cammino sarà duro e lungo, non perdiamo la speranza. 

Un ultimo mio appello affinché il Popolo Curdo non venga abbandonato a se stesso, ora più che mai hanno bisogno di noi.

Giù le mani dal Rojava!"

 

Qui il documento inviato da ANPI, ARCI, CGIL e Legambiente sull'attacco dello Stato Turco contro la popolazione Curda:

 

Alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen

All’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell

Al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte

Al Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio

Alla Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati

Al Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico

Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili.
A seguito delle improvvide dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – che annunciavano il ritiro delle truppe americane dai quei territori, anche se oggi smentite – il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha dato avvio ai bombardamenti e all’avanzata dell’esercito nelle zone storicamente abitate dalle popolazioni curde, con le quali lo Stato Turco ha ormai da diversi decenni un rapporto più che conflittuale.

L’esercito formato interamente da donne e uomini di etnia curda è stato negli ultimi anni alleato delle forze occidentali e protagonista nel respingimento dell’avanzata dell’Isis, per la cui causa ha pagato un ingente prezzo di sangue.

La convivenza tra la popolazione turca e curda in queste regioni è stata storicamente possibile e potrà esserlo ancora solo se lo Stato Turco accetti di sedersi a un tavolo di trattative con i rappresentanti curdi, con pari dignità, per trovare un accordo sul riconoscimento e indipendenza dei loro territori.
La comunità internazionale, l’Europa, l’Italia, hanno ancora fresco un debito di riconoscenza nei confronti delle donne e degli uomini curdi che si sono battuti fino alla morte per fermare il comune nemico Daesh e salvaguardare la sicurezza e serenità dell’Europa e del nostro Paese, di noi tutti.

Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica perché:
• cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio curdo;
• si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale;
• si provveda all’invio di soccorsi per eventuali feriti;
• si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano;
• si chieda che il caso sia messo con urgenza all’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

com

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