E bene fa Rifondazione Comunista a chieder ai prefetti di negare l’assenso alla riapertura, perché FCA non fa produzioni essenziali, e non si capisce perché debba riaprire prima degli altri.
“È chiaro - osserva Acerbo - che si apre per ragioni di mercato e in totale spregio del fatto che siamo ancora in piena emergenza e in mancanza delle condizioni base per evitare una ripresa della pandemia dalla quale si fa fatica ad uscire. Si mettono in moto centinaia di migliaia di persone quando manca ancora un piano trasporti senza il quale l’affollamento dei mezzi pubblici li trasformerebbe in formidabili diffusori del contagio.”
Ma i nuovi capi non li ferma nessuno, e ben poco interessati sembrano alla salute dei propri dipendenti in tutti i settori.
Non per altro hanno appena defenestrato Carlo Verdelli dalla direzione di Repubblica nel giorno prima della Liberazione, anziché sostenerlo per le sue posizioni antifasciste che gli son valse anche minacce di morte: l’han messo alla porta con tanto di indecente dichiarazione di solidarietà dell’azienda per le minacce subite.
Bella davvero, la solidarietà Fiat.
Così Repubblica, che con Verdelli era rinata dopo la più che dimenticabile era Calabresi, si appresta a tornare un giornale che di libero avrà ben poco nonostante la sua ottima redazione che oggi, con il plauso nostro e di molti altri, ha tenuto ferme le rotative e perfino il sito per dissociarsi dalla imbarazzante decisione dei nuovi capetti.
Verdelli dal canto suo ha scritto un commiato da gran signore, che dovrebbe servire da lezione. Ma non succederà.
La nostra piccola solidarietà ai colleghi di Repubblica.