News06 giugno 2020 18:18

Estrema destra in piazza: “giornalista terrorista”

Una manifestazione di piazza come tante ce ne sono state e tante altre ne verranno, convocata dall’estrema destra sempre svelta ad approfittare del malcontento popolare. Una manifestazione esacerbata dalla crisi economica e probabilmente resa anche più calda dal recente sgombero della sede di Casapound nella capitale. Ma stavolta c’è qualcosa di più

Estrema destra in piazza: “giornalista terrorista”

Sì, perché un manifestante parla coi giornalisti e viene aggredito. 

“Tu perché parli?” gli chiedono. 

Lo spintonano, lo portano via. 

A quel punto la zuffa coinvolge anche i cronisti presenti, che vengono aggrediti come le forze dell’ordine.

Sotto il fascismo così desiderato dai nostalgici manifestare non si poteva, e tutto era più semplice. 

Ora fortunatamente si può e si manifesta principalmente per un motivo: perché la gente conosca il disagio di chi manifesta e solidarizzi.

I giornalisti seguono cortei e flash mob proprio per quello: per essere la voce dei manifestanti e portare al grande pubblico le loro istanze.

Oggi accade che alcuni manifestanti, com’è naturale, vogliano parlare coi cronisti: scrivetelo, sono qui perché ho perso il lavoro, perché non ho avuto i 600 euro, perché il governo mi ha dimenticato.

Poi arriva il capobastone a dire che coi giornalisti non si parla.

E allora ci chiediamo cosa manifestate a fare? 

E l’unica risposta che riusciamo a darci è che lo scopo del raduno al Circo Massimo non è per tutti comunicare il proprio disagio, ma per qualcuno è far ingoiare un altro piccolo boccone avvelenato alla nostra già traballante democrazia, per cercare di indebolirla un passo dopo l’altro.

Un tentativo che nella storia italiana ha già funzionato.

LNS

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