Inizia così il presidente: “I soliti teppisti che invece del lavoro chiedono il reddito. I soliti ignoranti che non sapendo come attaccarci ci danno dei fascisti.”
E prosegue: “I soliti democratici insomma. I vetri del palazzo della Regione Liguria sono ridotti così grazie a questi vandali. Se almeno dopo averli imbrattati vi degnaste di venire a pulirli fareste cosa utile ai liguri. Non è attaccando un palazzo delle istituzioni che si mostra il volto antifascista della città. Vergogna!”.
La facile indignazione corre sui social nella laboriosa Liguria per questi pusillanimi che “invece del lavoro chiedono il reddito”.
Ma Toti che ne sa, se questi chiedono o percepiscono un reddito dallo Stato?
E come si permette di accusare di vandalismo i tanti che, magari senza lavoro da mesi, chiedono un reddito per sopravvivere?
Il presidente forse non lo sa, ma dal mondo reale gli raccontiamo una cosa: noi stessi e tanti altri con noi ogni settimana andiamo al supermercato e aggiungiamo al carrello bottiglie d’olio, scatole di tonno e pacchi di pasta destinati a decorose famiglie savonesi che cercano di educare i figli al meglio pur dovendoli nutrire ogni sera a latte e biscotti, perché altro non c’è.
E come si permette di accusare i democratici?
Piaccia o no, in Italia “democrazia” è ancora una bella parola, e una speranza.