È un commento straziante, quello apparso sulla pagina del Sindaco sotto a un post dedicato alla prima serata dei “giovedì di luglio” savonesi.
Noi siamo felici che le cosiddette notti bianche, messe in dubbio a causa dell’emergenza sanitaria, possano comunque svolgersi.
Come siamo felici per il Cinema in Fortezza e per tutti gli altri eventi che, ci auguriamo, cercheranno di restituire un po’ di vita alla città.
Il Sindaco ovviamente non ha alcuna responsabilità del fatto che i ricoverati non possano ricevere le visite dei parenti negli ospedali, ma comprendiamo la persona che ha lanciato questo appello nella pagina pubblica del primo cittadino, perché è un grido di dolore che tanti Lettori hanno affidato anche a noi: “ma come, riparte tutto e noi non possiamo andare a trovare i nostri cari all’ospedale, perché?”
È una domanda che volentieri giriamo alla ASL, ad Alisa che ormai le ASL le ha commissariate o a chiunque vorrà risponderci.
Hanno riaperto bar e ristoranti, negozi e musei; i bollettini regionali sono ormai alquanto rassicuranti.
Non troviamo nessun comunicato dell’ASL, però, che modifichi le disposizioni del 16 marzo: “Al fine di prevenire e ridurre l'esposizione della popolazione e degli operatori all'infezione, si comunica che a partire da oggi, lunedì 16 marzo, le visite ai degenti presso le Strutture di Asl2 sono sospese.”
Un ricoverato non ha quindi ancora diritto di vedere di persona un suo caro?