News04 agosto 2020 11:35

Mascherine: punto e a capo

Gianni Pastorino e Francesco Battistini (Linea Condivisa): “La nostra precedente richiesta di garantire per tempo gli approvvigionamenti dei dispositivi di protezione individuale non ha avuto risposte. Sia il comparto sanitario sia, in generale, la popolazione devono essere tutelati al massimo delle possibilità che la Regione può offrire: impensabile ripetere gli errori già visti”

l'assessore regionale alla Sanità Sonia Viale

l'assessore regionale alla Sanità Sonia Viale

Regione Liguria si faccia trovare pronta a un’eventuale recrudescenza del covid in autunno, assicurando da subito un adeguato approvvigionamento di DPI per il personale sanitario.

A chiederlo, il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, vicepresidente della commissione sanità, e il vicecapogruppo Francesco Battistini, che questa mattina hanno reiterato l’istanza con una lettera indirizzata all’assessore Viale e al commissario straordinario di Alisa Locatelli. 

«La nostra precedente richiesta, risalente al 13 luglio scorso, non ha ottenuto risposta.

Siamo molto preoccupati.

La “retorica degli eroi” della giunta Toti, applicata al personale sanitario secondo convenienza, si conferma strumentale e pretestuosa, se proprio questi lavoratori non sanno cosa si stia facendo per garantire loro scorte di DPI sufficienti ad affrontare un ritorno del virus. Sia il comparto sanitario sia, in generale, la popolazione devono essere tutelati al massimo delle possibilità che la Regione può offrire.

In tutta Europa si registrano nuovi focolai: ciò confermerebbe l’ipotesi di una seconda ondata. Rimane dunque la nostra domanda: Regione Liguria è in grado di far fronte alle occorrenze di un’eventualità del genere? Possiamo assicurarlo al personale sanitario negli ospedali? A quei medici, infermieri, tecnici e oss che hanno pagato con un prezzo durissimo la carenza di DPI nella prima fase della pandemia?».

«Lo possiamo garantire ai medici di famiglia e ai medici di continuità assistenziale, che in numerosi distretti continuano a incontrare difficoltà molto evidenti? E infine, siamo in grado di assicurarlo alle pubbliche assistenze, che nei mesi dell’emergenza si sono confermate uno strumento indispensabile per il cittadino? Attendiamo riscontri da Viale e Locatelli. 

Perché al di là delle questioni elettorali, queste sono domande legittime, cui un’amministrazione lungimirante dovrebbe dare una risposta, senza se e senza ma. Il primo impatto del coronavirus ha colto il Paese impreparato; da qui le vastissime polemiche sulla carenza dei DPI e su tutto ciò che ne è conseguito. Impossibile pensare di commettere nuovamente gli stessi errori». 

RSA, A.li.sa impone che i dipendenti effettuino il tampone durante il periodo di ferie

"Con nota 20890 del 23 luglio scorso, A.li.sa ha stabilito che i dipendenti delle RSA in rientro dalle ferie debbano effettuare il tampone. Una scelta assennata e ragionevole, ma solo in apparenza - dichiara Pastorino -. Perché, al culmine del paradosso, l’esame dovrà essere eseguito nei 2 giorni antecedenti il ritorno al lavoro. Cioè quando, probabilmente, il dipendente sarà ancora nel luogo della vacanza. Un’imposizione che dimostra, ancora una volta, l’inadeguatezza delle decisioni della “super-Asl”, fiore all’occhiello di Viale e Locatelli. Ed è l’ennesima beffa sia nei confronti delle residenze, che dovranno farsi carico delle spese dei tamponi, sia soprattutto nei confronti dei lavoratori, che dovendosi sottoporre ai controlli saranno costretti a rinunciare a due giorni di vacanza

In sostanza, incapace di trovare soluzioni migliori, A.li.sa sceglie la strada più semplice: scaricare il problema su altri, erodendo i diritti degli operatori sanitari e esponendo le RSA a spese ingenti. Da febbraio a giugno, Regione e A.Li.sa hanno già imposto ai lavoratori l’utilizzo delle ferie; e ora, nuovamente, vogliono rosicchiare quel poco di giorni liberi rimasti.

Bene hanno fatto quest’oggi i sindacati FP CGIL, CISL FP e UILFPL a contestare la decisione di A.li.sa, che rappresenta palesemente un danno per i dipendenti, ma anche per il datore di lavoro. Perché lavoratrici e lavoratori vengono richiamati dalle ferie prima del tempo; oppure subiscono un blocco delle ferie che impedisce loro di usufruire del meritato riposo, in attesa che altri colleghi ricevano il riscontro del tampone ororinofaringeo. È evidente che la scelta di A.li.sa sia del tutto inadeguata: al contrario, sarebbe necessario rendere disponibili test rapidi, a carico del servizio sanitario regionale, da effettuare in tempo reale su appuntamento e compatibili con le esigenze di continuità lavorativa degli enti – conclude Pastorino -. Enti che a loro volta subiscono un danno oggettivo, soprattutto se si pensa che la stessa Regione aveva promesso alle RSA il rimborso dei DPI, salvo poi rimangiarsi tutto in questi ultimi giorni. Sintomi di un’istituzione che arretra e abbandona settori importanti per la cura dei cittadini più fragili". 

com

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