Contromano13 agosto 2020 17:45

Quel che toccano va in malora

Allarme del comitato di redazione de La Stampa: crollo di vendite e giornalisti disperati. Non va meglio a Repubblica

Quel che toccano va in malora

Non è bastato affondare la Lancia e la fu mitica Alfa Romeo.

Mamma FIAT e i suoi pargoli paiono affossare tutto quel che toccano.

Giulia Alfieri scrive, su Professione Reporter: "I componenti del Comitato di redazione de La Stampa, dopo mesi di lotta, hanno lanciato l’ultimo disperato grido in un comunicato sindacale. Sono passati poco più di tre mesi dalla ristrutturazione delle testate del Gruppo Gedi, guidato da John Elkann, che ha previsto il cambio dei direttori a La Stampa (Maurizio Molinari sostituito da Massimo Giannini), La Repubblica (fuori Carlo Verdelli e dentro Maurizio Molinari) e Huffington Post (dove è arrivato Mattia Feltri), e dell’amministratore delegato e direttore generale che è adesso Maurizio Scanavino. Il Cdr de La Stampa ha annunciato che “senza idee, investimenti e competenze potremo soltanto contare i giorni che mancano al nostro lockdown definitivo”."

Questo il messaggio dei giornalisti: “Colleghe e colleghi, agosto è da sempre il mese migliore per dare delle pessime notizie. Passateci l’amara ironia. I dati di vendita de La Stampa sono tremendi. In edicola, a giugno siamo scesi a 73.800 copie circa, in totale con abbonamenti digitali e cartacei raggiungiamo quota 113 mila copie. In edicola il dato, rispetto a giugno 2019, è di oltre meno 22%. Nella pratica abbiamo ormai la stessa potenza diffusionale di Quotidiano Nazionale. Il risultato è la devastante concomitanza dei soliti dati estivi – già normalmente bassi – con l’effetto Covid e relativa crisi economica. Ma sulla nostra testata sembrano avere un effetto peggiore rispetto ad altri concorrenti. Gli investimenti prospettati nel digitale non sono ancora riusciti a raddrizzare le tabelle di vendita e i cronici malfunzionamenti/ritardi/amnesie/incapacità nella distribuzione delle copie cartacee e nella raccolta pubblicitaria ci stanno facendo sprofondare”.

Il Comitato, scrive Alfieri, "chiede urgentemente un incontro con l’amministratore delegato di Gedi, l’Ad di Gedi News Network, il Coordinatore editoriale di Gedi, il Direttore della testata e il responsabile di Gedi Visual (digitale) per sapere se una qualche strategia è prevista oppure “se l’unica via di uscita sia ancora e soltanto il ricorso alle mani tese dallo Stato (prepensionamenti e sgravi fiscali), che nel nostro caso non basterebbero comunque a rilanciarci”. I rappresentanti dei giornalisti chiedono strategie e progetti di cui vogliono essere partecipi. Al momento però dicono che un concreto coinvolgimento non c’è ancora stato. I progetti devono essere costruiti “su idee, investimenti e competenze. Senza uno di questi elementi potremo soltanto contare a ritroso i giorni che mancano al nostro lockdown. Definitivo. E non per incapacità di una redazione che ormai sta sacrificando davvero tutto, in nome di perverse logiche di gruppo che hanno cambiato e stravolto negli ultimi anni La Stampa, ma senza lo straccio di un risultato sui nostri conti”.

I giornalisti si chiedono infine se “una qualche strategia per non morire sulla tolda con la mano sul cuore sia allo studio, in qualche parte del mondo. La solidarietà e la buona volontà di tutti [i componenti della redazione] non sta dando – perché non può darlo, è evidente – alcun risultato pratico. La nave affonda sempre di più. E noi giornalisti (nonché poligrafici) ci siamo ancora sopra”."

fonte: francoabruzzo.it

red

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