L’Istituto Superiore di Sanità prospetta scenari orrorifici su alcune regioni (Lombardia e Liguria in testa) che vedranno saturarsi anzitempo le terapie intensive.
Arcuri accusa le Regioni che accusano Arcuri fino all’incredibile frase del ministro Boccia che sintetizza: “il problema è dove sono finiti i ventilatori”.
Anche i più fiduciosi iniziano a chiedersi cosa diavolo abbiano fatto tutti quanti da febbraio a oggi.
“Cominciano a ribellarsi anche i sindaci” scrive Flavia Perina oggi su Linkiesta: “Nella prima ondata della pandemia collaborarono alla surreale ricerca di capri espiatori tra i loro amministrati: la caccia al runner, i droni in volo sulle spiagge, le multe pazze a gente che correva in ospedale per la chemioterapia o usciva di due metri dal territorio municipale.
Ora capiscono che quel gioco non funziona più, non paga, perché il vero problema è sotto gli occhi di tutti: la mancanza di test, la lentezza delle risposte, l’obbligo di infinite quarantene attendendo l’esito di esami che magari saranno negativi.
In 250, ieri, hanno scritto al governo: la faccia finita, si prenda i soldi del Meccanismo europeo di stabilità e finanzi investimenti sanitari adeguati anziché dar consigli sulle feste private o i matrimoni.”
Nel frattempo un barista calabrese ha chiuso a mezzanotte per riaprire a mezzanotte e un quarto e le forze dell’ordine accorse per imporgli la chiusura han dovuto rinunciare: gli orari di apertura non sono normati.