Si poteva facilmente prevedere che molti veleni sarebbero circolati nella spartizione dei poteri nella nuova giunta regionale: il centrodestra - l’abbiamo osservato in più occasioni - usa colla migliore degli antagonisti ma anche quella ha una scadenza, che coincide con la sera stessa dei risultati elettorali.
Quel che appare meno accettabile è che queste schermaglie avvengano con gli ospedali nuovamente in affanno, in una regione che quanto a covid vanta tristi primati nonostante il presidente comunichi con invidiabile tenacia che qui non si sta peggio che altrove.
Purtroppo peggio invece si sta, e su più fronti: quello sanitario, coi CUP irraggiungibili, i medici di base che quando chiedi il vaccino antinfluenzale ti rispondono “vi metto in lista, me ne mandano pochissimi”, le visite preventive rimandate a data da destinarsi.
E quello economico, con le assunzioni che nel primo semestre 2020 calano del 68,8% rispetto all’anno precedente (dati Ufficio economico CGIL Liguria), il reddito di cittadinanza che vede un nuovo boom e migliaia di posti di lavoro a rischio.
Nel frattempo è arrivato il bollettino: 323 nuovi positivi al coronavirus, ma con 1.871 tamponi. Meno della metà di quelli dei giorni passati.
E 29 ricoveri più di ieri, che portano a 470 i pazienti in ospedale col covid.
Due ospedali covid sono in fase di attivazione in queste ore a Genova, mentre anche gli altri ospedali liguri hanno riaperto porte che speravano di poter tenere chiuse.
Toti e i suoi non son riusciti, finora, a mettersi d’accordo per avviare i lavori della nuova giunta al più presto: e di questo non si può dar la colpa a Conte, e neppure ad Arcuri.
La situazione nazionale:
Il grafico della Fondazione Gimbe: