La Polizia municipale dichiara di aver tentato più volte, nei giorni precedenti, di sensibilizzare al rispetto della distanza di sicurezza, ma senza successo.
Quindi, la multa.
Una sanzione che i multati difficilmente potranno pagare, dal momento che mangiano alla mensa per i bisognosi.
La multa non è che un segnale, insomma, un avviso a rispettare le regole.
Simbolicamente però è agghiacciante, perché un povero non ha colpa per la sua condizione, un povero prima di tutto ha fame.
E se la gente che sta bene (si fa per dire) si accalca in un supermercato per ottenere un paio di brutte scarpe a 12,99 € come potrebbe non assembrarsi per cercare di mangiare, ovvero di soddisfare un istinto di sopravvivenza?
“La legge giusta va applicata guardando la situazione, altrimenti diventa ingiusta. Le istituzioni devono sporcarsi le mani con le associazioni, le devono coinvolgere di più. Solo così si può superare un momento così duro per tutti, senza puntare il dito contro nessuno”.
Nelle parole di don Giacomo Martino, direttore di Migrantes a Genova, c’è tutto quel che serve alle istituzioni per capire come comportarsi e fare in modo che un episodio aberrante come quello avvenuto l’altro giorno in via Pre non si ripeta più.