Mezza politica22 novembre 2020 15:54

La sindrome della periferia

A Toti la Liguria non basta più, e questo non è un segreto. È interessante però leggere il lungo post su Facebook con cui commenta la proposta di federazione del centrodestra avanzata ieri da Matteo Salvini, condito da significative parole in maiuscolo

La sindrome della periferia

Il presidente della Liguria - che si ostina come molti colleghi a definirsi governatore - lancia un avvertimento al leader della Lega, l’“amico Matteo” il cui consenso sempre solido naviga però in qualche difficoltà: il centrodestra del futuro dovrà allargarsi, o “molte nuove energie cercheranno altrove la propria strada”. 

Dove non si sa. 

Toti rivendica di aver chiesto per primo un cambiamento all’interno della coalizione, e auspica neppur troppo velatamente che i parlamentari che oggi siedono sugli scranni romani lascino il posto ad altri, magari chissà, proprio a lui: capogruppo di “Cambiamo” in Senato, per dire.

Pubblichiamo integralmente il post, come lettura distensiva della domenica pomeriggio. Chi si diletta di politica vi troverà qualche spunto interessante.

 

“Bene ha fatto l’amico Matteo Salvini a cogliere il suggerimento che gli avevamo dato all’indomani delle elezioni regionali e a lanciare un sasso nello stagno di un centrodestra che ha bisogno di essere ripensato.

Il tempo è giusto: dopo la guerra al Covid, arriverà il dopoguerra, con tutta la sua voglia di ricostruire, di cambiare, di tornare a crescere e lavorare, di costruire un Paese migliore.

Il tempo è giusto perché con il Covid e la drammatica esperienza che stiamo vivendo, la prima vera emergenza dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Italia cerca una nuova politica, basata sulla serietà della proposta, la capacità della classe dirigente, la concretezza dei programmi. Una politica che guardi al futuro, rifuggendo dalle velleitarietà approssimative, dalle stravaganze.

Ora però sarebbe importante capire cosa si intende per federazione di centrodestra. Perché se, come talvolta appare, la proposta di una federazione dovesse servire a blindare la coalizione così come è, francamente sarebbe poco utile. Poco utile per vincere e poco utile per costruire qualcosa di nuovo. Fino ad ora infatti abbiamo assistito a un centrodestra uguale a se stesso: stessi partiti, stessi vertici a porte chiuse, più voglia di blindare le proprie posizioni che mettersi in discussione. Più attenzione a sterilizzare le nuove esperienze che a valorizzarle. Eppure, anche alle ultime elezioni regionali, un numero importante di elettori si è riconosciuto in esperienze che per ora sono escluse dal consesso tradizionale del centrodestra. Basti pensare al successo delle Liste dei governatori (la mia in Liguria oltre il 22%, primo partito della regione, quella dell’amico Zaia in Veneto ancora di più) alle Liste dei sindaci, alle esperienze civiche.

Tutte proposte politiche che fino ad ora sono state tenute fuori dalla porta di un centrodestra fermo agli schemi degli anni Novanta.

Attenzione: il centrodestra del futuro non è la federazione dei deputati e dei senatori che OGGI siedono in Parlamento. Il centrodestra del futuro saranno i deputati e i senatori che saremo in grado di eleggere NEL PROSSIMO Parlamento. Ed è chiaro a tutti che molti parlamentari di oggi quelle aule non le vedranno più neppure col binocolo. E alcuni partiti avranno rappresentanze parlamentari ben più magre. Così come, se questo centrodestra non saprà allargarsi, nelle prossime amministrative sarà dura vincere in tante importati città che andranno al voto.

Dunque augurando un futuro importante e molte vittorie al centrodestra aspetto di vedere cosa succederà: se la federazione proposta servirà a blindare il vecchio centrodestra con i suoi riti, allora sarà solo un falsa partenza verso il futuro, e molte nuove energie cercheranno altrove la propria strada.

Se invece alla proposta di Salvini seguiranno nuove e vere forme di aggregazione, di apertura, di coinvolgimento, allora avremo imboccato quella via che molti di noi auspicano ed attendono da anni. E finalmente molti cittadini troveranno di nuovo un progetto di Paese e una classe politica in cui riconoscersi.”

LNS

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