News26 dicembre 2020 08:16

Abbandonati

Il rapporto di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani nelle strutture per anziani durante la pandemia

Abbandonati

“Noi nelle Rsa siamo stati abbandonati; siamo stati messi in situazioni ad alto rischio per le quali non avevamo le capacità e non abbiamo ricevuto alcuna guida, nessun supporto”.

“Mi hanno raccontato di ospiti affetti da demenza pesantemente sedati e addirittura legati ai letti, per impedire loro di girare per la struttura dal momento che non c’erano le condizioni per l’isolamento”.

“Quando sono andato a parlare con il direttore sanitario per chiedere spiegazioni su quanto fosse accaduto all’interno della struttura, mi ha detto che sono stati sotto pressione per accettare malati COVID-19 in dimissione da ospedale. Hanno rifiutato ma secondo quando mi ha riferito ci sarebbe stata insistenza da parte delle istituzioni”.

“Vedevamo persone che si spegnevano, che non venivano mandate in ospedale se non quando stavano per morire”.

“Ci avevano detto di non usare le mascherine per non creare panico a utenti e famiglie ed è continuato così fino all’inizio di marzo”.

Queste sono alcune delle testimonianze che si possono trovare nel rapporto “Abbandonati” (scaricabile integralmente QUI).  

Dall’inizio della pandemia da Covid-19, migliaia di anziani hanno perso la vita all’interno delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali in Italia. 

Amnesty International, ricostruendo il contesto operativo e raccogliendo in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto oltre 80 interviste tra personale sanitario e famigliari degli ospiti delle strutture, rappresentanti di organizzazioni del settore e sindacalisti, esperti e giornalisti, ha analizzato e rilevato le violazioni e la mancata tutela del diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione dei pazienti anziani di tali strutture da parte delle istituzioni a livello nazionale, regionale e locale.

Il rapporto, spiegano dall’organizzazione, mette in luce le lacune delle istituzioni italiane nell’adottare misure tempestive per proteggere la vita e la dignità delle persone anziane nelle case di riposo nel corso dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Il ritardo nell’emanazione di provvedimenti adeguati, o la loro totale mancanza, si sono spesso tradotti in violazioni dei diritti umani degli ospiti anziani delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali italiane e degli operatori che vi lavorano. 

Ugualmente, secondo Amnesty, non sempre è stato tutelato il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani o degradanti e il diritto al rispetto della vita privata e familiare

Nel resto d'Europa non sempre va meglio: progetti di ricerca analoghi a quello italiano portati avanti anche dalle sezioni di Amnesty International in Belgio, Regno Unito e Spagna hanno rilevato come sia allarmante la situazione per esempio del Belgio, che ha uno dei tassi più alti di mortalità a livello globale, in gran parte dovuto proprio al numero elevato di decessi nelle case di riposo. Un ruolo cruciale in queste morti è stato giocato dai mancati trasferimenti negli ospedali. 

Nel Regno Unito è il nome stesso del rapporto a spiegare tutto: “Come se fossero sacrificabili. Il fallimento del governo inglese nel proteggere le persone anziane nelle case di riposo durante la pandemia di Covid-19”. Di particolare gravità, spiegano da Amnesty, è la disposizione generalizzata di non rianimare gli anziani imposta in molte strutture inglesi.

Il diniego di ospedalizzazione per le persone anziane residenti applicato in maniera generalizzata e in assenza di valutazioni cliniche individualizzate è stata una delle criticità principali anche nelle comunità autonome della Catalogna e di Madrid, insieme alla mancanza di trasparenza delle autorità nella trasmissione di dati relativi ai decessi nelle strutture.

 

Le richieste di Amnesty 

Amnesty International auspica che sia condotta un’inchiesta pubblica totalmente indipendente per esaminare in profondità la preparazione generale e la risposta alla pandemia per quanto riguarda i presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane.

Inoltre, Amnesty International chiede al Ministero della Salute di assicurare che vengano messi tempestivamente in atto i meccanismi necessari a livello nazionale per garantire:

    • che le decisioni di natura medica siano sempre ed esclusivamente basate su valutazioni cliniche individualizzate, sulle necessità mediche, su criteri etici e sulla migliore evidenza scientifica disponibile;
    • pieno accesso a tamponi frequenti e regolari nei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per gli ospiti, per il personale sanitario e per i visitatori;
    • la fornitura adeguata e continuativa di Dpi alle strutture e la garanzia della formazione del personale sul loro scopo e utilizzo corretto;
    • che i datori di lavoro – siano essi pubblici o privati – forniscano al personale adeguati Dpi e mettano in atto misure di prevenzione e controllo delle infezioni in linea con gli standard internazionali;
    • che sia garantita l‘effettiva priorità del personale delle strutture nell’accesso tempestivo e frequente ai tamponi, per la sicurezza propria, delle loro famiglie e di coloro dei quali si prendono cura;
    • un meccanismo adeguato per valutare la capacità delle strutture nel fornire un’adeguata prevenzione e controllo delle infezioni, nell’isolare efficacemente ospiti nuovi o riammessi e di limitare il più possibile il movimento del personale tra le strutture, nel fornire cure adatte ai residenti con Covid-19;
    • l’accesso pieno e paritario agli ospedali e ai servizi sanitari per i residenti delle strutture;
    • che le linee guida per le visite nelle strutture mettano al centro l’interesse degli ospiti, tenendo conto delle diverse fonti di esposizione al rischio e delle possibili misure di mitigazione del rischio;
    • presenza e coinvolgimento adeguati del settore dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane nei processi di pianificazione e decisionali relativi ad istanze che riguardano gli ospiti a tutti i livelli;
    • che le strutture assicurino che i residenti anziani siano in grado di comunicare regolarmente con le loro famiglie e che le famiglie siano mantenute informate sulle condizioni dei propri parenti.

L’appello

È quanto mai urgente e importante che le istituzioni garantiscano l’applicazione di quelle misure che consentono il contenimento della diffusione del virus all’interno delle strutture, tutelando gli ospiti, le loro famiglie e il personale.

È possibile firmare l’appello rivolto da Amnesty al ministero della Salute e alle direzioni generali competenti delle Regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto affinché proteggano il diritto alla vita, alla salute e alla non discriminazione all’interno delle strutture di residenza sociosanitarie e socioassistenziali su questa pagina https://www.amnesty.it/appelli/firma-diritto-salute-anziani-case-di-riposo/ 

LNS

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