News01 marzo 2021 07:56

Lo sciopero per la fame

Sciopero della fame per fame. Questa la forma di protesta scelta dai quaranta migranti, appartenenti a molteplici etnie, ospiti della struttura di accoglienza di Peagna (Ceriale) per contrastare le nuove disposizioni che li hanno privati della prima colazione, del pane e della possibilità di prepararsi i pasti da soli, nella grande cucina che avevano a disposizione

Lo sciopero per la fame

La vicenda ci viene raccontata dagli esponenti del Coordinamento Antifascista Savonese: i quaranta giovani ospiti della struttura non possono più accedere alle cucine e non ricevono più il pane né la prima colazione, arriva al mattino - per ognuno di loro - un’unica razione di cibo composta da un contenitore di riso e un barattolo di verdure e carne.

Dopo aver chiesto spiegazioni, i quaranta migranti hanno deciso di non mangiare più nulla fino a  quando non avranno risposte e sono in sciopero della fame da ormai una settimana.

Il Coordinamento Antifascista ha deciso di sostenere questa protesta e ci spiega: 

"Innazitutto è stata eliminata la loro colazione e non capiamo perché. 

Poi arriva loro un unico pasto giornaliero al mattino che devono farsi bastare per pranzo e cena. E non avendo accesso alle cucine non è possibile alcuna modalità di conservazione. Quando arriveranno i primi caldi come si conserverà quest'unico pasto dal mattino alla sera senza l’accesso a un frigorifero? 

Inoltre sono passati dalla gestione della cucina ad avere a disposizione due soli microonde per scaldare i pasti. 

Questo sì che genera assembramento, perché si formano code lunghissime. 

Da oltre 4 mesi gli ospiti della struttura hanno ravvisato una graduale e drastica riduzione dei pasti e da un mese non stanno ricevendo il pocket money, cioè la diaria giornaliera (di 2,5 euro) destinata al cibo. 

Inoltre talvolta devono acquistare di tasca loro coperte e lenzuola e spesso non vengono forniti, all'arrivo, nemmeno i prodotti igienici indispensabili come bagnoschiuma, spazzolino e dentifricio.

Siamo seriamente preoccupati per la salute di questi ragazzi: molti di loro lavorano in campagna e percorrono decine di chilometri in bicicletta con tante ore di fatica sulle spalle e senza niente nello stomaco”.

LNS

Ti potrebbero interessare anche: