La vicenda ci viene raccontata dagli esponenti del Coordinamento Antifascista Savonese: i quaranta giovani ospiti della struttura non possono più accedere alle cucine e non ricevono più il pane né la prima colazione, arriva al mattino - per ognuno di loro - un’unica razione di cibo composta da un contenitore di riso e un barattolo di verdure e carne.
Dopo aver chiesto spiegazioni, i quaranta migranti hanno deciso di non mangiare più nulla fino a quando non avranno risposte e sono in sciopero della fame da ormai una settimana.
Il Coordinamento Antifascista ha deciso di sostenere questa protesta e ci spiega:
"Innazitutto è stata eliminata la loro colazione e non capiamo perché.
Poi arriva loro un unico pasto giornaliero al mattino che devono farsi bastare per pranzo e cena. E non avendo accesso alle cucine non è possibile alcuna modalità di conservazione. Quando arriveranno i primi caldi come si conserverà quest'unico pasto dal mattino alla sera senza l’accesso a un frigorifero?
Inoltre sono passati dalla gestione della cucina ad avere a disposizione due soli microonde per scaldare i pasti.
Questo sì che genera assembramento, perché si formano code lunghissime.
Da oltre 4 mesi gli ospiti della struttura hanno ravvisato una graduale e drastica riduzione dei pasti e da un mese non stanno ricevendo il pocket money, cioè la diaria giornaliera (di 2,5 euro) destinata al cibo.
Inoltre talvolta devono acquistare di tasca loro coperte e lenzuola e spesso non vengono forniti, all'arrivo, nemmeno i prodotti igienici indispensabili come bagnoschiuma, spazzolino e dentifricio.
Siamo seriamente preoccupati per la salute di questi ragazzi: molti di loro lavorano in campagna e percorrono decine di chilometri in bicicletta con tante ore di fatica sulle spalle e senza niente nello stomaco”.