Mentre Renzi se ne sta tranquillo in Bahrein, a noi toccano:
le sparate di Salvini, che terrorizzato di regalar voti a Giorgia Meloni sta un po’ al governo e un po’ all’opposizione provocando le imbarazzanti scudisciate di Draghi;
le infinite diatribe su quanti mandati possano digerire i Cinquestelle;
e soprattutto, forse anche più squallida del resto, la rissa tra madame all’interno del PD.
Mentre l’Italia boccheggia nella crisi economica e conta i letti residui nelle terapie intensive degli ospedali, tocca legger sui giornali delle missive al veleno tra Marianna Madia e Debora Serracchiani, in lotta per un posto da capogruppo alla Camera.
Purtroppo per noi - e soprattutto per la residua credibilità del PD - si tratta di lettere aperte, la cui pubblicazione chiarisce una volta per tutte, ce ne fosse bisogno, la distanza siderale tra i palazzi della politica e tutto il resto della popolazione, affaccendata in ben altre faccende come per esempio sopravvivere.
La lotta in casa Letta è quel che serve per spiegare a uno straniero il motivo per cui da noi i governi crollano anche in piena emergenza, e ci troviamo tutti a ringraziare il cielo che al posto di questa gente ci sia l’ex capo della Banca Centrale Europea, ma in sua mancanza avremmo accettato volentieri anche uno studente disoccupato.
Preso a caso.