Mezza politica06 giugno 2021 11:26

Se non ci fossimo capiti

Nel discorso d'inaugurazione della stele dedicata alla memoria di Sandro Pertini non è stato soltanto omesso il ricordo del ruolo avuto dal futuro Presidente della Repubblica nell’antifascismo e nella Resistenza: si è cercato di negare il valore fondamentale di una lotta di popolo che ha riscattato l’identità perduta di una Nazione, di dimenticare i sacrifici, le privazioni, i lutti subiti da una Città come la nostra colpita dalla ferocia della repressione nazifascista (di Franco Astengo)

Se non ci fossimo capiti

Allo scopo di proporre un ulteriore spunto di riflessione, mi permetto di ritornare per un momento sulla colpevole operazione di revisionismo storico compiuta dalla signora Sindaco di Savona nell’occasione dell’inaugurazione di una stele dedicata alla memoria di Sandro Pertini.

Infatti nell’occasione non è stato soltanto omesso il ricordo del ruolo (preminente) avuto dal futuro Presidente della Repubblica nell’antifascismo e nella Resistenza.

Si è cercato di negare il valore fondamentale di una lotta di popolo che ha riscattato l’identità perduta di una Nazione.

Una lotta di popolo che non può essere assegnata a una “parte”, ad una pur eroica frazione.

Si è anche tralasciato di ricordare la presenza di Sandro Pertini nel momento in cui fu conferita alla nostra Città la medaglia d’oro al valor militare.

Una medaglia concessa proprio in riferimento a quanto accaduto nel tragico periodo 1943-45.

Questa colpevole cancellazione non riguarda, infatti, soltanto la presenza dei protagonisti di quella fase storica ma riguarda soprattutto l’idea di voler dimenticare i sacrifici, le privazioni, i lutti subiti da una Città come la nostra colpita dalla ferocia della repressione nazi – fascista soprattutto attraverso la deportazione nei campi di sterminio, la distruzione delle case, il colpo al cuore inferto alle sue attività produttive.

Ciò che accadde in quel periodo va ricordato ai giovani cercando di fare in modo che essi riconoscano l’identità della realtà che stanno vivendo proprio partendo dal riconoscimento della Storia.

Savona visse fieramente quella tragedia e trovò immediatamente la forza di risollevarsi affermando, con la democrazia, una capacità di rinascere promossa proprio dall’opera feconda di coloro che avevano subito quelle distruzioni, erano stati perseguitati, nella memoria dei tanti che avevano sacrificato la stessa esistenza agli ideali della libertà.

Dimenticare tutto ciò è impossibile e la ricostruzione di una comune memoria storica appare oggi compito prioritario di tutte le istituzioni e di tutte le donne e gli uomini ancora consapevoli di una verità che non può e non deve essere taciuta.

Franco Astengo

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