Adesso la situazione sulle autostrade è ancora peggiore di allora, ma il governo è cambiato e il suo micropartito ne fa perfino parte.
Quindi il nostro cambia registro con camaleontica sveltezza - non è un caso se la sua lista si chiama Cambiamo.
E raccomanda ai liguri di non perder tempo a cristonare quando passano ore in coda sotto il sole, ma di ricordar piuttosto le vittime del Ponte Morandi: “pensiamo invece a chi quella vita l’ha persa nell’estate di 3 anni fa e che magari avrebbe preferito qualche cantiere, qualche ora di coda, ma un’autostrada sicura”.
Non si preoccupi il presidente, che tutti noi a quei morti ci pensiamo sempre.
Ci pensiamo ogni giorno, da tre anni. Senza bisogno di esortazioni di sorta.
E proviamo solo dolore per loro e ammirazione per la compostezza dei loro parenti, costretti anche a leggere gli imbarazzanti post di un Presidente di Regione talmente privo del senso del limite da non riuscire a lasciar in pace neppure i morti.
La gramigna comunicativa che ci infesta ogni giorno da sei anni non riesce a coprire le mancanze di una politica del tutto inadeguata (la medicina territoriale inesistente, gli ospedali senza personale, le fughe di pazienti, i rilievi della Corte dei Conti sono qui a dimostrarlo).
Però può offendere.
E quarantatré vittime colpevoli solo dell’altrui incuria meriterebbero almeno il rispetto.