Toti, se qualcuno se lo stesse domandando, non è l’assessore alla protezione civile.
È l’assessore alla sanità e al bilancio. Ma sapete com’è, c’è il ballottaggio.
E in ballo, oltre alla nostra città di cui pochissimo gli è sempre importato e pochissimo tuttora gli importa, c’è il suo filotto di successi, che rischia di subire un brusco arresto davanti a Palazzo Sisto.
Aspettiamo a breve la messa in funzione dell’angiografo - entro il 15 ottobre, assicurano - che l’ospedale San Paolo (ospedale “cittadino” secondo la sua definizione) attende da anni.
Chissà cos’altro tirerà fuori dal cilindro, ma stavolta potrebbe anche darsi che i savonesi non si lascino turlupinare.
E magari chissà, alla prossima devastazione (perché gli abitanti di Santuario, glielo assicuriamo, non sorridono per niente) gli faranno anche notare che il “modello Genova” vale meno di una mela marcia, perché non contempla quello che alla Liguria serve più di ogni altra cosa: la prevenzione dai disastri annunciati.