Dal 28 ottobre al 3 novembre "Ariaferma". Leonardo Di Costanzo torna al cinema di finzione con un lavoro scritto avendo a mente due grandi attori come Toni Servillo e Silvio Orlando. Un film civile girato tra due "bolle": la gabbia del carcere e quella del lockdown.
Dal 28 ottobre all'1 novembre "L'Arminuta". Continuano le proiezioni del film di Giuseppe Bonito tratto dal romanzo bestseller di Donatella Di Pietrantonio, Premio Campiello 2017, che vede protagonista una ragazzina catapultata nel mondo della sua famiglia d'origine a cui non sapeva di appartenere.
Martedì 2 e mercoledì 3 novembre "L'uomo che vendette la sua pelle" - candidato Oscar 2021 per miglior film internazionale e vincitore del premio miglior attore a Venezia nella sezione Orizzonti, il film di Kaouther Ben Hania racconta la storia di Sam Ali, un giovane profugo siriano che, per poter vivere in Europa con l’amore della sua vita, accetta di farsi tatuare la schiena da uno degli artisti contemporanei più intriganti del mondo...
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Ariaferma | ||||||
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di Leonardo Di Costanzo
gio 28 ott (15.30 - 20.30)
Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni. In un'atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove
Dopo i documentari, dopo “L’intervallo” (Venezia 2013) e “L’intrusa” (Cannes, Quinzaine 2018), film costruiti con attori non professionisti attraverso un lungo lavoro di laboratorio e formazione, Leonardo Di Costanzo torna al cinema di finzione con “Ariaferma”, scritto avendo a mente due grandi attori come Toni Servillo e Silvio Orlando. Il film è stato girato a Sassari, tra due "bolle": la gabbia del carcere e il lockdown che chiudevano ogni sera la produzione. “Ariaferma” è un film civile. Un carcere, che potrebbe essere ovunque in Italia o nel mondo, una situazione bloccata che congela tutto in un'attesa dove ogni gesto, anche piccolo, diventa una riflessione sulla colpa, sulla pena, sulla prigionia. Dal minimo all’universale, come in tutti i lavori di Leonardo Di Costanzo.
«Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere». (Leonardo Di Costanzo).
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