News04 luglio 2022 13:05

Tre anni per un ginocchio

“Pago le tasse, lavoro onestamente. Non ho neppure una multa arretrata da pagare, aiuto anche i carabinieri come interprete. Non ho mai chiesto una lira a nessuno: mi sono fatta in quattro per sistemare mia mamma quando è arrivata qui dall’Albania, abbiamo tutti la cittadinanza italiana. Di lei mi occupo io e non chiedo nulla: chiedo solo il diritto per una persona che soffre di fare un intervento, perché purtroppo non posso operarla io”

Tre anni per un ginocchio

Miranda Talka si alza tutte le mattine alle cinque, e alle sei va ad aprire il bar che gestisce da quindici anni a Pietra Ligure. Stacca alle due e mezzo e corre da sua madre, “col cuore in gola perché ho sempre paura che sia caduta”. Alle cinque torna al bar, per il secondo turno di servizio.

Florika Avxhia, la madre di Miranda, è anche lei residente a Pietra. Ha settant’anni e da tre vive chiusa in casa perché con quel ginocchio ridotto così non riesce più a camminare, e ai primi di maggio è caduta in cucina quando le è scivolata di mano una stampella.

Risale a quattro anni fa il primo intervento protesico, al Santa Corona: “E’ andato benissimo, l’intervento eseguito dal dottor Tornago è riuscito perfettamente. Poi ha cominciato ad avere problemi al secondo ginocchio, è stata messa in lista d’attesa ma è arrivato il covid e tutto si è fermato. A febbraio di quest’anno, finalmente, ci hanno chiamati per gli esami e il colloquio con l’anestesista.

Non le dico il sollievo: dopo anni così senza poter uscire, senza poter camminare neppure dal soggiorno al bagno lei è davvero depressa, non vuol più vivere… sono arrivata a pensare che sia una fortuna che non abbia un balcone perché altrimenti si butterebbe di sotto.

Però adesso sono passati altri cinque mesi e nessuno ancora ci ha chiamato per l’intervento: ho scritto tante volte al medico, l’ho chiamato ma non sa dirmi una data certa, prima mancavano gli anestesisti, ora a quanto pare sono i posti letto a mancare.”

Miranda un anno fa ha tentato anche la strada del privato: “Non ci chiamavano, lei soffriva e io sarei anche stata disposta a pagare l’intervento, a chiedere un prestito. Nel Basso Piemonte abbiamo trovato una struttura che l’avrebbe operata in pochi giorni, ma dagli esami sono emersi dei problemi cardiaci di cui non eravamo a conoscenza e mi hanno detto che senza un reparto di rianimazione l’intervento sarebbe stato troppo rischioso, quindi neppure loro l’hanno operata”.

Insomma, solo la sanità pubblica potrebbe risolvere la situazione di questa e di molti altri pazienti fragili: e dopo un ennesimo rinvio Miranda ha deciso di tornare a rivolgersi ai giornali.

“Mi avevano detto che l’avrebbero ricoverata al Santa Corona il 28 giugno, che mi avrebbero chiamato. Ma nessuno l’ha fatto e adesso mi sento davvero presa in giro. Non ce l’ho con il dottore né m’interessa la politica, però qualcuno deve pur rispondere delle sofferenze della gente! E io voglio denunciare questa situazione, come ho fatto già a maggio quando mia madre è caduta, anche per tutte le altre persone che come lei sono in lista d’attesa da anni e soffrono le pene dell’inferno: il medico mi ha detto che ha più di duecento pazienti ridotti come lei”.

Di seguito la risposta della ASL 2, interpellata dal nostro giornale.

"Anche in ASL2 attualmente esiste una ridotta disponibilità di sedute operatorie legata alla nota carenza di personale anestesista, simile su tutto il territorio nazionale, che influisce sulla situazione della gestione Liste di Attesa.

Gli operatori sono sempre impegnati nella rivalutazione clinica dei pazienti in attesa di intervento, e gli interventi in elezione disponibili sono assegnati ai pazienti che risultano più gravi tra quelli in attesa, mentre le urgenze sono sempre garantite.

ASL2 è conscia della situazione e si sta impegnando da tempo per reintegrare gli organici carenti attraverso tutti i canali previsti per l’acquisizione dei professionisti necessari; oltre ad avere indetto diversi concorsi per ortopedici e per gli anestesisti.

Pochi giorni fa la Direzione ha presentato la nuova Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione a conduzione universitaria che  opererà in circolarità con i diversi presidi aziendali grazie alla sinergia con il Policlinico San Martino e l’Università di Genova al fine di reperire le figure professionali necessarie per colmare la carenza di professionisti ed avviare il processo di recupero delle liste di attesa degli interventi chirurgici.

Si esprime comunque il massimo rammarico per quegli utenti che non si è ancora riusciti a prendere in carico risolutivamente nonostante il massimo impegno profuso nella gestione della situazione."

 

LNS

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