News19 settembre 2022 17:35

L'appello dell'Anpi: un voto per la Costituzione

"Non votare non è la soluzione, è una resa"

L'appello dell'Anpi: un voto per la Costituzione

L’ANPI, che non sostiene alcun partito perché è autonoma, ma al contempo non è  indifferente, invita ad un voto a difesa della Costituzione e a sostegno dell’antifascismo. 

In questa drammatica fase della vita del nostro Paese, l’ANPI si rivolge alle cittadine e ai  cittadini perché si rechino alle urne.

Certo, c’è malessere e disincanto. Ma senza voto non  c’è nessuna soluzione ai problemi delle famiglie, nessuna democrazia rappresentativa,  nessuna partecipazione.

Non votare vuol dire rinunciare a un diritto costruito in passato con  storiche lotte, e costituito nel dopoguerra con le elezioni del 1946 e con la Carta  costituzionale. Non è la soluzione, è una resa. Occorre rilanciare lo spirito costituzionale  come comune sentire, come cemento che ci fa popolo italiano, popolo europeo, popolo del  mondo, come possibilità di dare una risposta seria al dramma sociale in corso. 

La Costituzione, che incarnava i valori di democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro,  solidarietà, pace per cui si era battuto l’antifascismo e il movimento della Resistenza, è stata  la base per la ricostruzione dell’Italia dopo il fascismo e la guerra. 

Oggi, nella drammatica situazione del Paese, bisogna riscoprire quei valori e attuarli  pienamente per uscire dall’emergenza, rasserenare il presente, disegnare il futuro. Per  questo occorre attuare la Costituzione e riaffermare gli ideali dell’antifascismo. 

1. Grazie alla natura parlamentare della Repubblica e alla divisione dei poteri, si è  garantito per più di mezzo secolo benessere, progresso, libertà, unità del Paese. Da  tempo però l’Italia attraversa una crisi democratica dovuta alla scarsa  rappresentatività del Parlamento ed al suo ruolo marginale, alla messa all’angolo  della partecipazione popolare. Occorrono grandi cambiamenti per una vera  democrazia costituzionale: un sistema dei partiti più democratico, una legge  elettorale che rappresenti il Paese reale, una ritrovata centralità del Parlamento.  Invece le proposte di presidenzialismo e di autonomia differenziata scardinerebbero  alla radice ogni equilibrio mettendo in discussione il funzionamento della democrazia,  allargando a dismisura le differenze fra nord e sud dell’Italia, colpendo la sanità e la  scuola pubblica. 

2. Dal dopoguerra ad oggi, dopo la tragica esperienza del ventennio, la natura  profondamente antifascista della Repubblica e della Costituzione ha salvaguardato il  Paese da qualsiasi tentazione autoritaria o illiberale. Va contrastato qualsiasi  tentativo più o meno dichiarato, di rifarsi alle idee, o ai simboli, o all’esperienza storica  del fascismo.  

3. Occorrono risposte strutturali per fermare il generale impoverimento degli italiani  contrastando la dilagante diseguaglianza; una vera politica economica per il rilancio  sostenibile delle attività produttive, provvedimenti urgenti per difendere il lavoro,  salvaguardare i pensionati. L’Italia è colpita al cuore dal rapidissimo aumento del  costo della vita. Abolire il sostegno pubblico ai disoccupati, imporre una tassa uguale  per tutti, criminalizzare i migranti, contrastare le conquiste sociali, attaccare i diritti  delle donne, incrementare le disparità di genere ed opporsi all’estensione dei diritti  civili vanno nella direzione opposta perché si aumentano ulteriormente le  diseguaglianze e non si dà alcuna risposta ai milioni di famiglie in difficoltà. 

4. L’invasione russa dell’Ucraina e il conseguente conflitto hanno determinato una  situazione internazionale che sta precipitando, che ha già determinato un impatto  sconvolgente sull’economia ed in particolare su quella italiana e che potrebbe  degenerare in una guerra di civiltà con il rischio dell’uso dell’arma atomica.  Ribadiamo che occorre un ruolo attivo delle istituzioni perché l’UE si faccia finalmente  promotrice di un negoziato a partire da un immediato cessate il fuoco.  

5. Il riscaldamento globale è oggi un dato di fatto, come confermato dalla recente siccità  e delle ricorrenti intemperie, come la tragica alluvione nelle Marche. Occorrono  interventi urgenti di tutela ambientale. Il rifornimento energetico non può andare a  scapito della lotta al riscaldamento globale e della sicurezza. Invece si riaprono le  centrali a carbone e si propone di riaprire le centrali nucleari: gli eventi in merito alla  centrale di Zaporižžja in Ucraina confermano che non esiste centrale nucleare sicura,  e il nucleare di quarta generazione è ancora una possibilità sulla carta. 

6. La pandemia ha disseminato di lutti il nostro Paese. Nonostante difficoltà ed anche  errori, questo flagello è stato contrastato in modo positivo. Ma la battaglia non è vinta  del tutto. La pandemia continua a richiedere un’azione di prevenzione e di contrasto.  Sbaglia chi sottovaluta il problema e ammicca al mondo dei no vax. 

7. Mai come oggi c’è bisogno dei finanziamenti del PNRR e di un’Unione Europea  democratica, partecipata, pacifica. Oggi c’è il rischio di allontanarsi da questa strada  maestra, rompendo con la tradizione europeista, a partire dal Manifesto di Ventotene,  di cui l’Italia è portatrice. 

L’Italia può rinascere, deve rinascere, sui fondamenti costituzionali del lavoro, della libertà,  della giustizia sociale, della pace. Dipende da tutti noi. 

comunicato stampa

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