Il comitato aveva chiesto, non per capriccio campanilista ma in considerazione delle norme di legge:
il mantenimento delle specialità presenti;
la certezza di poter curare con l’Emodinamica interventistica gli infartuati;
una Radiologia interventistica con la strumentazione adeguata ed una équipe di specialisti dedicati alla cura delle emergenze extra e intra ospedaliere;
un servizio di Chirurgia vascolare per le urgenze/emergenze,
un centro ictus materialmente riconoscibile e funzionante per poter curare gli oltre 300 pazienti che ogni anno accedono al Pronto soccorso del San Paolo.
Nel luglio precedente, i sindaci della provincia consegnavano allo stesso assessore le delibere con le richieste a sostegno dell’ospedale San Paolo.
Si comprende che la Lista Toti, per difendere il suo leader in bassa fortuna - preoccupato dai risultati delle recenti elezioni politiche del 25 settembre - voglia accaparrarsi il merito del Centro ictus che Savona aspetta da vent’anni.
Ma Savona e i savonesi non dimenticheranno che fior di neurologi hanno abbandonato la città proprio a causa dello scarso interesse della giunta regionale verso l’Ospedale San Paolo.
Come non dimenticheranno le innumerevoli date in cui - nei periodi pre elettorali - il centro ictus sembrava cosa fatta, ma poi non veniva aperto.
Da ieri il Centro ictus al San Paolo c’è, e questo è un bene.
Ma non lo dobbiamo a Giovanni Toti: lo dobbiamo piuttosto a tutti quelli che sul territorio si sono impegnati per arrivare a questo risultato, a partire dal Comitato Amici del San Paolo fino ai sindaci e a tutti i cittadini che hanno dovuto firmare una petizione per avere ciò che la Costituzione italiana garantisce: il diritto alla salute, e alla cura.