News22 gennaio 2023 11:43

Rapine di mare e di terra nel Medioevo

Appuntamento martedì 24 gennaio alle 17.00 presso la Sala Stella Maris di piazza Rebagliati

Rapine di mare e di terra nel Medioevo

L’ultima pubblicazione di Storia Patria (Le rappresaglie dei cartolari dei lodi di Savona, secoli XIII-XIV, a cura di Domenico Ciarlo) comprende le trascrizioni di eccezionali e inediti documenti conservati nell’Archivio di Stato di Savona in due diversi registri.

Si tratta di documenti ufficiali, fino ad oggi conosciuti solamente a pochissimi specialisti, che descrivono indirettamente rapine compiute nel corso di viaggi ed eventi in cui furono coinvolti savonesi nel pieno medioevo.

La presentazione - curata dall’autore, Domenico Ciarlo, e da Furio Ciciliot, in cui saranno anche narrate alcune di queste vicende che ebbero come teatro il Tirreno, il mar Ligure, la Provenza e la pianura Padana - avrà luogo martedì 24 gennaio, alle ore 17.00 (Stella Maris, piazza Rebagliati, Porto di Savona).

Probabilmente, nella memoria collettiva, il riferimento più immediato a cui viene associata la parola “rappresaglia” è quello degli eccidi perpetrati con cieca, disumana e violenta barbarie durante la Seconda Guerra Mondiale. I tratti salienti di quelle rappresaglie erano il contesto bellico, lo scopo di deterrente, che servisse ad annientare tramite il terrore ogni forma di resistenza, il coinvolgimento di innocenti, la sproporzione tra offesa ricevuta e vendetta attuata.

La rappresaglia medievale, invece, è connotata essenzialmente da uno solo di questi tratti salienti: il coinvolgimento di persone che non hanno alcuna responsabilità nel danno che la rappresaglia vuole risarcire, ma che vengono coinvolti per una singolare applicazione del concetto di solidarietà. Il termine medievale represalia (dal verbo latino reprehendere) indica infatti il mezzo con cui ci si “riprende” ciò che è stato sottratto.

Per aversi rappresaglia, tuttavia, occorre che una determinata autorità giudiziaria o un determinato potere politico siano impossibilitati a ottenere e rendere giustizia in via ordinaria: ciò accade quando l’offensore o danneggiatore è sotto la giurisdizione di un’entità politica straniera, che si rifiuta di collaborare. Essendo l’offensore giuridicamente irraggiungibile, la rappresaglia mira a rivalersi con la forza su qualsiasi suo concittadino che capiti a tiro. La rappresaglia medievale rimane dunque limitata, quanto ad entità, al recupero del maltolto o al risarcimento del danno subito, ed è una pratica di mero carattere economico, pur coatta e, per i nostri parametri di valutazione, ingiusta.

Le prime attestazioni di questa pratica sono distribuite in tutto l’Alto Medioevo, nelle leggi che ne condannano e vietano l’applicazione oppure nei trattati che tentano di attenuarne gli abusi, ma essa risulta poi generalmente accettata e normata negli statuti comunali e applicata con frequenza a partire dal XIII secolo (…)

Domenico Ciarlo

 

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