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| Profeti | | di Alessio Cremonini con Jasmine Trinca, Isabella Nefar, Ziad Bakri Italia 2023, 109' ven 27 gen (15.30) sab 28 gen (15.30 - 18.00) dom 29 gen (15.30 - 21.00) lun 30 gen (18.00 - 21.00) Sara, una giornalista italiana rapita dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria, è tenuta prigioniera da mesi in una casa costruita in un campo di addestramento dello Stato Islamico. Nur, giovane foreign fighter e moglie di un miliziano del Califfato, mossa dal desiderio di proselitismo e seguendo gli ordini del leader del campo, si confronta e si scontra con Sara nel tentativo di farla aderire all’estremismo islamista... Dopo il successo di "Sulla mia pelle", Alessio Cremonini torna con un film sulla guerra, sull’estremismo religioso, sull'oppressione che le donne vivono in molte parti del mondo, con due protagoniste (Jasmine Trinca e Isabella Nefar) che hanno fatto scelte di vita diametralmente opposte. «La prigionia, i diritti delle donne, il Medio Oriente, la religione, sono questi i temi che da sempre cerco di raccontare. Lo strumento è il cinema. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che percorre strade poco battute. Un cinema politico. Un cinema radicale. Essenziale. “Combatto per i curdi, per la libertà e per le donne. Perché noi donne siamo il principale nemico dell’Isis”. Profeti inizia con queste parole pronunciate da una combattente curda. Sara, una giornalista italiana che è andata in Medio Oriente per raccontare la guerra dello Stato Islamico, viene rapita dall’Isis e in quanto donna, in quanto essere inferiore che ha dignità solo se sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono presenti degli uomini. Per questo viene data in custodia a una “pari”: a una donna. Nur sarà la sua carceriera. La casa di Nur, la sua prigione. E quella casa nel mezzo di un campo di addestramento dell’Isis sarà il luogo dove Sara e Nur abiteranno e si confronteranno. Un confronto quasi impossibile mentre attorno scoppiano le bombe e i nemici dell’Isis vengono bruciati vivi per vendetta. Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, di dialoghi dominati dalla consapevolezza di Sara di non poter parlare liberamente e dal progressivo tentativo di Nur di convertirla. Episodi di questo tipo sono accaduti sia a donne italiane che francesi. E alcune, una minoranza, durante il proprio rapimento si sono realmente convertite all’Islam diventando il bersaglio di numerosi politici europei che le consideravano traditrici dell’occidente. Sindrome di Stoccolma? Una reazione alla paura? Nessuno può dare un giudizio netto, definitivo su quelle conversioni. Nemmeno la psicanalisi o la teologia. Quello che il cinema può fare è rappresentarle, mettere in scena la drammatica prigionia di Sara e di Nur». (Alessio Cremonini) |
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| L'innocente | | (L'innocent) di Louis Garrel con Roschdy Zem, Anouk Grinberg, Noémie Merlant, Louis Garrel Francia 2022, 99' ven 27 gen (18.00) sab 28 gen (21.00) dom 29 gen (18.00) lun 30 gen (15.30) Quando Abel viene a sapere che la madre sessantenne, Sylvie, sta per sposare un uomo che si trova in carcere, perde la testa. Con l’aiuto della sua migliore amica, Clémence, farà di tutto per proteggerla. Ma l’incontro con Michel, il suo nuovo patrigno, potrebbe offrirgli una nuova prospettiva... Alla quarta prova come regista, Louis Garrel narra con semplicità e grazia una storia autobiografica, divertente ed emozionante, sull'amore come motore ed essenza della vita. «A essere un attore bravo e bello si rischia di non venir considerato al giusto livello quando ci si misura anche con la regia. È quello che è successo a Garrel, sicuramente uno degli interpreti più affermati del cinema francese odierno, ma anche un regista sensibile e innovativo, capace di non farsi imprigionare dalle regole del genere (fossero anche quelle del "film d’autore"). Lo aveva già dimostrato con le sue regie precedenti ma strappa veramente l’applauso con quest’ultimo "L'innocente", un film sorprendente, divertente e intelligente». «Ho iniziato a scrivere "L'innocente" da solo, poi ho scoperto i romanzi di Tanguy Viel, autore di noir esistenziali che ama dirottare il genere per parlare di cose intime. Volevo realizzare una commedia noir, una storia famigliare e un caso criminale, un crimine all’interno della famiglia. Ho avuto subito l’idea della madre che si sposa in prigione. È la madre che, per amore, porta un elemento trasgressivo in questa famiglia assolutamente "legalista". "L’innocente" è la storia di questo matrimonio dal punto di vista del figlio. Un po’ come un controcampo. Il punto di partenza è la vera vita di mia madre: quando si è sposata in prigione avevo 18 anni e non ero presente, così mi sono imbucato attraverso questo film! Mia mamma ha condotto laboratori nelle carceri per 20 anni. Fin da piccolo a casa ho passato del tempo con ragazzi e ragazze divertenti che uscivano dal carcere e a volte ci tornavano... e non ne avevi più notizia. Poi ho legato con il mio patrigno, che mi ha aperto le porte di un mondo di cui non sapevo nulla. È sempre spassoso vedere due mondi che si scontrano. Dipende dal tipo di genitori che hai avuto, ma storicamente gli anni Settanta e Ottanta sono stati decenni di ribellione e trasgressione. Forse questo ha dato ai figli di quella generazione, alla quale appartengo, la sensazione di dover porre dei limiti ai genitori. Nel film esploro questo aspetto: un figlio che si occupa della madre come se fosse suo padre, che cerca di imporre una certa disciplina nella sua vita. Un figlio che pensa che la sua missione sia proteggerla, non dalla sua follia ma dalla sua gioia. Una madre che non sta male, anzi sta piuttosto bene, ma suo figlio è un pessimista, mentre lei pensa che tutto vada per il meglio. Perché quello che vive sua madre è una gioia perenne, quella di un’adolescenza infinita, sempre rinnovata». (Louis Garrel) |
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| Le otto montagne | | di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi Italia/Francia/Belgio 2022, 147' Premio della Giuria al Festival di Cannes 2022 mar 31 gen (15.00 - 18.00 - 21.00) mer 1 feb (15.00 - 18.00 - 21.00) gio 2 feb (17.00) Pietro è un ragazzino di città, Bruno è l’ultimo bambino di uno sperduto villaggio di montagna. Negli anni, Bruno rimane fedele alle sue montagne, mentre Pietro è quello che va e viene. Il loro incontro li porterà a sperimentare l’amore e la perdita, riconducendo ciascuno alle proprie origini e facendo sì che i loro destini si compiano, mentre i due scopriranno cosa significa essere amici per sempre... Felix Van Groeningen (Alabama Monroe) e Charlotte Vandermeersch realizzano un meraviglioso adattamento dell’omonimo best-seller di Paolo Cognetti, di grande portata visiva e narrativa. Raccontato in un arco di tempo molto lungo, Le otto montagne ha il fascino immenso di una saga romantica intorno al tema della natura: la natura degli uomini, dei sentimenti, della ricerca di sé, dei legami, del tempo e, chiaramente, delle regioni montuose nella loro essenza più pura, meravigliosamente catturata dal duo di cineasti e dal direttore della fotografia Ruben Impens. Assolutamente perfetti nei ruoli Luca Marinelli e Alessandro Borghi, il primo capace di dar vita a una interpretazione intensa, intima e profondamente sincera, il secondo in grado di trasformarsi completamente, dalle movenze all'accento, in un personaggio burbero, rude, ma anche onesto e incredibilmente amorevole. Si tratta dell'incontro tra due visioni della vita: per Pietro la passione per la montagna viene trasmessa come amore per un luogo a cui giungere ma dal quale poter anche ripartire. Bruno invece è ancorato a quelle pietre, a quegli animali considerati come elementi fondamentali di un mondo che non riesce e non vuole lasciare. Ottimo anche il resto del cast, da Filippo Timi e Elena Lietti, nei ruoli dei genitori di Pietro, ai piccoli interpreti dei protagonisti, che nella parte ambientata durante la loro infanzia catturano per naturalezza ed intensità. «Quando è iniziato il primo lockdown la nostra coppia stava attraversando un periodo di forte crisi, in quel momento tutto il mondo era in crisi. È stato allora che abbiamo deciso di sederci fianco a fianco e scrivere. Come se avessimo capito che adattare questa storia incredibilmente pura avesse il potenziale di farci riavvicinare. È stato così». (Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch) |
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| | Find the Cure, in collaborazione con Comune di Savona e Nuovofilmstudio, è lieta di presentare Mondovisioni, una rassegna cinematografica promossa da CineAgenzia che viene presentata ogni anno al Festival di Internazionale a Ferrara. La rassegna, attraverso docu-film selezionati dai maggiori festival internazionali, porta sul grande schermo storie di grande importanza con l'intento di fornire al cittadino un'informazione chiara, profonda e consapevole su tematiche spesso difficilmente fruibili dai media classici. Da dieci anni a questa parte abbiamo deciso di portare la rassegna nelle nostre città selezionando 5 docufilm ricchi di messaggi e di informazione utili a leggere criticamente la realtà mondiale odierna. Crediamo fermamente nella comunicazione attraverso il cinema, mezzo che riesce ancora a farsi strada nella mente e nel cuore della gente. The case di Nina Guseva Russia 2021, 76' In russo con sottotitoli in italiano gio 2 feb (21.00) ingresso 5€ Durante l'estate 2019 Mosca è teatro di proteste senza precedenti contro il governo di Putin. Tremila persone vengono arrestate, tra queste il giovane ma già popolare attivista Konstantin Kotov. La sua avvocata Maria Eismont si rende subito conto che si tratta di accuse puramente strumentali, per spaventare e dare l'esempio a tanti altri giovani politicamente impegnati. Nonostante gli sforzi di Maria, l'attenzione dell'opinione pubblica e l'evidente ingiustizia, il tribunale condanna Kotov a quattro anni di carcere. Prima, durante e dopo il processo, seguiamo il lavoro e gli sforzi di Maria, scoprendo lo spietato funzionamento del sistema giudiziario russo, e il clima di repressione imposto a chiunque si azzardi ad alzare la voce contro Putin. Find The Cure Italia Onlus, associazione di cooperazione internazionale, è presente in Liguria, Piemonte e Lombardia, con progetti umanitari in India, Africa e centro America dal 2006. Oltre ai progetti di sviluppo nelle suddette aree, di primaria importanza tra le attività̀ dell'associazione è la sensibilizzazione dei cittadini del nostro territorio alla cooperazione, alle problematiche socio- ambientali e alle relazioni interculturali. L’obiettivo comune alle iniziative è quello di coinvolgere un numero sempre più elevato di persone, poiché nessun cambiamento nei paesi in via di sviluppo può avvenire senza una forte consapevolezza di un cambiamento della nostra società. L’ingresso agli spettacoli è di 5€ a proiezione. L’incasso aiuterà a coprire le spese sostenute per la realizzazione della rassegna.
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