Cose Belle29 marzo 2023 16:22

Nuovofilmstudio, la settimana al cinema

In sala "Stranizza d'amuri" di Giuseppe Fiorello, "Él" di Luis Buñuel, "Perugino. Rinascimento immortale" di Giovanni Piscaglia e "Innesti" di Sandro Bozzolo

Nuovofilmstudio, la settimana al cinema

Ricordiamo l'appuntamento di domani, giovedì 30 marzo alle 21.00,  con La legge di Flavia Mastrella, ospite in collegamento video: una video lettura a più voci della Costituzione Italiana da una pulsione incontrollabile dell'autrice che ha curato la regia sperimentale facendo parlare gli animali domestici e addomesticati con la voce del padrone.


Ecco la programmazione dal 31 marzo al 6 aprile.


Dal 31 marzo al 3 aprile, la sala di piazza Rebagliati propone l'esordio alla regia di Giuseppe Fiorello: Stranizza d'amuri, già titolo di una celebre canzone del suo concittadino Franco Battiato, racconta il sogno di amarsi senza paura ed è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.


Dal 4 al 5 aprile, ritornano gli imperdibili restauri della Cineteca di Bologna con Él in spagnolo sottotitolato in italiano: a 70 anni dalla sua realizzazione e a 40 dalla scomparsa di Louis Buñuel, ritorna al cinema uno degli esiti massimi del suo cinema. Girato durante l'esilio forzato in Messico per sfuggire al regime franchista, Él è la cronaca dettagliata del calvario vissuto dalla vittima di un marito megalomane, gelosissimo e paranoico.


Dal 4 al 6, per il ciclo Arte al Cinema, Perugino. Rinascimento immortale: diretto da Giovanni Piscaglia, regista di Van Gogh. Tra il grano e il cielo e Napoleone. Nel nome dell’arte il film celebra per la prima volta uno dei pittori più amati e geniali del suo tempo e gli restituisce il ruolo che merita all’interno della storia dell’arte.


Giovedì 6 aprile, alle 21.00, Nuovofilmstudio presenta Innesti di Sandro Bozzolo, ospite in sala insieme al protagonista Ettore Bozzolo: un padre, un figlio, una foresta condivisa. Nel borgo piemontese di Viola Castello un castagneto, apparentemente condannato, torna a fiorire. Ettore, filmato dal figlio Sandro, attraverso l’innesto dona alle piante già esistenti nuova linfa. L’innesto è anche umano: la valle si ripopola, un nuovo futuro per le nuove generazioni.

 

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio.

 

Stranizza d'amuri

 

di Giuseppe Fiorello
con Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi
Italia 2023, 130'

 

ven 31 mar (15.15 - 18.00 - 21.00)
sab 1 apr (15.15 - 18.00 - 21.00)
dom 2 apr (15.15 - 18.00 - 21.00)
lun 3 apr (15.15 - 18.00 - 21.00)

 

Sicilia, estate 1982. Mentre le televisioni trasmettono i Mondiali di calcio e gli italiani sperano nella Coppa del mondo, due adolescenti sognano di vivere il loro amore senza paura. Gianni e Nino si incontrano per caso e poi si amano per scelta. Il loro amore sarà puro e sincero, ma non può sottrarsi al pregiudizio del paese che non comprende e non accetta. Il loro amore non sarà compreso nemmeno dalle rispettive famiglie, generando così un conflitto interno forte e doloroso...

 

Giuseppe "Beppe" Fiorello esordisce alla regia del lungometraggio con Stranizza d'amuri, già titolo di una celebre canzone del suo concittadino Franco Battiato. Il film, che racconta il sogno di amarsi senza paura, è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.
«Ho aspettato molti anni prima di decidere, ho sempre avuto rispetto e un briciolo di timore per un mestiere così complicato come quello del regista e sono ancora molto emozionato, soprattutto per la storia che ho deciso di raccontare. Stranizza d’amuri è la storia di un’amicizia e di un amore senza tempo, mai consumato e per sempre ricordato. Ma Stranizza d’amuri è anche una canzone di Franco Battiato che racconta un amore impossibile, capace di sopravvivere a qualsiasi contesto, anche il più negativo come la guerra del secolo scorso. Il titolo del film omaggia il grande Maestro siciliano e la sua musica è una protagonista effettiva del film, sono due i brani che faranno da contrappunto in due punti chiave della storia: Cucuruccucu nel momento in cui l’amicizia tra i due protagonisti sancisce anche una promessa… e per chiudere Stranizza d’amuri. Ho scelto Franco Battiato per ovvie ragioni personali, non posso dimenticare i ricordi e le emozioni che le sue canzoni rievocano in me: l’adolescenza trascorsa nei quartieri e per le strade della mia Sicilia. E sono proprio i luoghi della Sicilia orientale, insieme a i volti degli attori, il cuore pulsante del film. Le location naturali di Noto, Marzamemi, Ferla, Buscemi, Priolo e Pachino, fanno da cornice alle vicende vissute dai protagonisti. Gianni e Nino sono interpretati da Samuele Segreto e Gabriele Pizzurro, due giovanissimi attori che hanno saputo dare grandissima profondità e umanità ai personaggi, così come hanno fatto tutti gli altri membri del cast, tra cui Fabrizia Sacchi e Simona Malato che, interpretano le mamme dei due ragazzi, due donne forti, solide, legate ai figli da un amore viscerale, eppure fragilissime quando devono scegliere cosa è meglio fare per loro. Stranizza d’amuri è dedicato alle vittime del delitto avvenuto in Sicilia nel 1980, un fatto di cronaca che non ho mai dimenticato».
(Giuseppe Fiorello)

  

Trailer: https://youtu.be/<wbr></wbr>ROoDvzUtJMM

Él

Il Cinema Ritrovato. Al cinema
in collaborazione con la Cineteca di Bologna

 

di Luis Buñuel
con Arturo de Córdova, Delia Garcés, Aurora Walker
Messico 1953, 92'
In spagnolo con sottotitoli in italiano

 

mar 4 apr (15.30 - 18.00)
mer 5 apr (21.00)

 

«Nel 1953 la carriera registica di Luis Buñuel stava riprendendo con maggiore libertà e intraprendenza in Messico. Dopo il successo europeo di I figli della violenza, Buñuel adattò con il suo complice e collaboratore abituale Luis Alcoriza il romanzo Él di Mercedes Pinto: più che una storia di fantasia era la cronaca dettagliata del calvario vissuto da vittima di un marito megalomane e gelosissimo che era, in realtà, un caso grave di delirio paranoide (Lacan mostrava questo film ai suoi studenti di psichiatria come buona illustrazione della malattia). Magnificamente interpretato da Arturo de Córdova, Francisco Galván è ciò che in Spagna si chiama meapilas, un baciapile: un devoto "cristiano buono e puro", ma di fatto un vergine di mezza età. Ossessionato dai piedi calzati di un’altra fedele, Gloria (Delia Garcés), la corteggia finché questa non rompe con il fidanzato per sposare lui, sorprendentemente affascinata com’è dal suo carattere dispotico. Ma già durante la luna di miele Gloria scopre e subisce la gelosia completamente ingiustificata dell’uomo, che interpreta maniacalmente ogni cosa come un gesto beffardo e come prova dell’infedeltà della moglie o di complotti contro di sé e contro i propri interessi finanziari e patrimoniali. Diffida di sua moglie, dei suoi avvocati e di quasi tutti, disprezza gli esseri umani che considera parassiti e afferma in modo megalomane che se fosse Dio non perdonerebbe mai l’umanità. Sebbene di solito Luis Buñuel fosse un grande umorista e un perenne surrealista, questo – un po’ come Il ladro di Hitchcock – è probabilmente uno dei suoi film più seri, e anche uno dei più complessi e maggiormente caratterizzati da una narrazione tesa ed ellittica, e si conclude con una delle più inquietanti scene finali mai girate. Considerato da molti il migliore tra i capolavori di Buñuel insieme a Estasi di un delitto e a L’angelo sterminatore, contiene alcune immagini che spingono a chiedersi se Hitchcock avesse visto e ricordasse Él quando girò La donna che visse due volte cinque anni dopo».
(Miguel Marías)
   

Perugino. Rinascimento immortale

Arte al Cinema
in collaborazione con FAI Giovani Savona

 

di Giovanni Piscaglia
Italia 2023, 90'
Introduzione di martedì alle 21.00 a cura di FAI Giovani Savona

 

mar 4 apr (21.00)
mer 5 apr (15.30 - 18.00)
gio 6 apr (17.00)

 

A 500 anni dalla morte, arriva al cinema Perugino. Rinascimento immortale diretto da Giovanni Piscaglia, regista di Van Gogh. Tra il grano e il cielo e Napoleone. Nel nome dell’arte. Il documentario racconta l’evoluzione di un artista a cavallo tra due mondi: da una parte le architetture di Piero della Francesca fondamentali per la sua formazione, dall’altra la propensione per la pittura devozionale e lo studio fiorentino presso il Verrocchio. Pietro di Cristoforo Vannucci (1450 circa-1523), detto Perugino, nasce a Città della Pieve a metà del Quattrocento. Comincia a lavorare a Perugia ma si trasferisce a Firenze, dove lavora presso la fiorente bottega di Andrea del Verrocchio. Ha Leonardo come collega e Raffaello come allievo. Da artista, Perugino vive così il paradosso di essere “meno di sé stesso”: l’identità di “allievo di Piero della Francesca” e di “maestro di Raffaello” sono più forti della sua. Il suo genio e la sua importanza sono in seguito adombrati da quelli degli artisti a lui immediatamente precedenti e successivi e il suo – pur enorme – apporto viene considerato “di transizione”. Al contrario, grazie a riprese suggestive e all’intervento di storici ed esperti, Perugino. Rinascimento immortale mette in luce le sue peculiarità e il suo ruolo fondamentale all’interno della storia del Rinascimento. Un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta dei grandi capolavori, dagli affreschi della Cappella Sistina alle due sale a lui interamente dedicate alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Il tributo a un artista che è stato in grado di ispirare in maniera decisiva i pittori del suo tempo, dando vita a opere di una bellezza immortale.

 

Ingresso aperto a tutti 6€ - soci FAI e soci sostenitori 5€ - durante la serata sarà possibile iscriversi o rinnovare l'iscrizione al FAI a soli 15€ fino ai 35 anni.

 

Innesti

 

di Sandro Bozzolo
Italia 2022,77’


Ospiti in sala il regista Sandro Bozzolo e il protagonista Ettore Bozzolo

 

gio 6 apr (21.00)

 

Un padre, un figlio, una foresta condivisa. Un castagneto, apparentemente condannato, torna a fiorire attraverso l'aiuto umano. Nel borgo piemontese di Viola Castello sono rimaste solo le anziane “castagnere”, la cui memoria richiama un passato dove la vita ruotava intorno ai castagni, un’eredità ora quasi completamente scomparsa. Ettore, filmato dal figlio Sandro, trasforma il destino della valle attraverso l’innesto: dona alle piante già esistenti nuova linfa, cambiando una storia che sembrava già finita. L’innesto è anche umano: la valle si ripopola, un nuovo futuro per le nuove generazioni. Attraverso una tradizione mai scomparsa, l’innesto riporta alla vita i castagneti di Viola Castello.


La Giuria ufficiale di Visioni dal Mondo - Festival Internazionale del documentario ha assegnato una menzione speciale a Innesti con la seguente motivazione: «Una bella storia, che inizia con un padre su un albero e un figlio ragazzino che lo riprende con la sua videocamera nuova. Uno sguardo originale, quello del ragazzo, che racconta in modo delicato, poetico e senza bisogno di sentimentalismo ed enfasi, il nostro rapporto con la natura e con un pudore antico e commovente il passaggio di testimone fra due generazioni. l’uso sapiente del montaggio e della musica e il perfetto equilibrio narrativo ci portano dentro quei boschi e nell’anima bella di chi non vuole lasciarli scomparire, di chi non smette di avere cura, quotidianamente della natura e di sé stesso. E ci lascia la speranza che i nostri figli possano fare meglio di noi, soprattutto se sappiamo trasmettergli amore, cura e gentilezza d’animo».

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