News07 settembre 2024 16:02

Regionali: Rifondazione che fa?

Un documento firmato da diversi militanti chiede di ripensare alla scelta isolazionista: un'iniziativa degna di nota

Regionali: Rifondazione che fa?

Non può che essere accolto positivamente l'emergere, all'interno di Rifondazione Comunista, di una esigenza di confronto al riguardo delle modalità di partecipazione alla competizione elettorale ligure che dovrebbe svolgersi il 27-28 ottobre prossimi.

Rispondendo anche a sollecitazioni emerse nei giorni scorsi da parte di esponenti della cultura, dell'associazionismo, del volontariato militanti del PRC ligure a diversi livelli hanno pubblicato un documento nel cui testo è espressa l'indicazione, negata da una ristrettissima maggioranza all'interno del comitato regionale del partito, di una volontà di apertura di confronto con le forze che stanno esprimendo la candidatura di Andrea Orlando e stanno provando a formare una adeguata coalizione democratico - costituzionale.

A noi pare una iniziativa opportuna alla quale offrire una seria interlocuzione.

Nella consapevolezza delle grandi difficoltà che si presenteranno nella campagna elettorale e delle contraddizioni che segnano e segneranno comunque l'esperienza di una coalizione che contrasti la destra, andranno esaminati con grande attenzione alcuni elementi fondativi di questa ipotesi di dialogo tra forze diverse:

1) La Liguria andrà al voto sull'onda di una "questione morale" di vaste proporzioni all'interno della quale, sul piano propriamente politico, è necessario rimarcare la distorsione (anche etica) nel rapporto tra pubblico e privato portato avanti soggettivamente dal presidente uscente dimissionario e dall'insieme dello schieramento di destra che lo ha sostenuto;

2) La qualità di governo della destra in questi nove anni è risultata assolutamente disastrosa per la situazione economica e sociale della nostra Regione: a) asservimento a interessi particolari e corporativi; b) nessuna capacità di far uscire dall'isolamento la Liguria in un quadro di vera e propria difficoltà d'accesso sul piano della viabilità e della trazione ferroviaria per una Regione che dovrebbe fare del turismo uno dei suoi punti di forza; c) inaccettabile e disordinata privatizzazione della Sanità, operata per di più senza un piano preciso ma cercando invece di contrapporre i territori l'uno contro l'altro alimentando l'insieme del disservizio già esistente; d) estrema fragilità del territorio già tormentato nel tempo da una cementificazione da considerarsi già in origine (anni '50 ) come selvaggia e) permane il mancato scioglimento del nodo tra Genova come città regione e il resto del territorio, in ispecie dopo che i processi di deindustralizzazione hanno lasciato aperto per intero il tema del recupero delle aree (in particolare in una zona nevralgica come quella della Val Bormida).


Va ricordato un altro punto assolutamente essenziale: la responsabilità del deficit di governo accumulato dalla Liguria deve essere naturalmente attribuito alla destra attualmente in maggioranza, ma non possono essere dimenticate le responsabilità di precedenti amministrazioni di centro-sinistra poste in particolare sul terreno del rapporto pubblico/privato.

Proprio a questo proposito appare più che mai necessaria la presenza della sinistra nella nuova prospettiva che è necessario si apra con le elezioni di ottobre: una marginalizzazione istituzionale delle forze più coerenti e impegnate (pensiamo anche ai temi di carattere generale come quello della pace e delle riforme costituzionali) risulterebbe del tutto negativo anche rispetto all'asse di riferimento politico di una possibile nuova maggioranza.

Ricordiamo così il lavoro svolto dalla nostra Associazione in occasione delle elezioni comunali di Savona del 2021 allorquando si riuscì, sulla base di una rigorosa impostazione programmatica, a raccogliere la sinistra in un'unica formazione che ottenne sicuramente un positivo risultato tanto da far parlare di "modello Savona".

L'invito da parte nostra è quello che a sinistra e in particolare da parte di Rifondazione Comunista possa risultare ancora possibile l'apertura di un confronto di merito sulla base dell'espressione di una progettualità ben precisa raccolta attorno ai temi non negoziabili della democrazia costituzionale, della solidarietà, dell'uguaglianza, della priorità verso i settori più deboli della nostra popolazione in una Regione che ha bisogno di giovani, di lavoro di qualità, di apertura al nuovo e a forze di grande rinnovamento.

Il coordinamento dell'associazione Il Rosso non è il nero

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