Nel frattempo Draghi si contorna (e soprattutto contorna i suoi ministri) di gente che avremmo preferito non sentir nominare mai più, provocando lazzi a catena sull’ingloriosa fine del governo “dei migliori”.
Non ci preoccuperemmo troppo, in ogni caso, della scarsa qualità di Sottosegretari e Ministri, tanto a questo giro nessuno toccherà palla.
Il problema serio, piuttosto, è per i governi del futuro ed è integralmente in capo ai partiti, che dovranno tirar fuori la testa dalla sabbia ammettendo, innanzitutto, che Draghi non è andato allo zoo a scegliere la squadra di governo ma in Parlamento, e ha pescato tra le personalità che i partiti stessi hanno candidato.
Urge una classe dirigente decente, che non si trova sotto gli alberi ma va formata e seguita. Quindi anziché sbraitare contro Draghi, i partiti di destra e di sinistra dovrebbero mettersi d’impegno per costruirla.
Perché Draghi può rimuovere Borrelli - che di grande ha solo il cognome - e ridimensionare Arcuri, e son già azioni meritorie di qualche monumento.
Ma neppure Supermario può iniettare la necessaria cultura politica in un gregge di parlamentari come quello che ci è toccato.
Sarà già tanto se riuscirà a iniettare il vaccino, a loro e soprattutto a noi.