News05 marzo 2021 18:04

Una Repubblica fondata sul privilegio

La sinistra a fianco dei lavoratori del Porto di Genova dopo l’incredibile lettera di Confindustria Genova: il lavoro non è un privilegio, ma un diritto. E anche lo sciopero lo è

Una Repubblica fondata sul privilegio

Il lavoro? Un privilegio.

Questo è stato il commento di Confindustria Genova alla conferma sindacale dello sciopero, scritto nero su bianco in quella che per i terminalisti è solo una lettera “informale”, consegnata a mano e non inviata ufficialmente, che a dispetto dei contenuti e dei toni legali non comporta atti successivi, quindi secondo loro non serve ritirarla: 

“In merito alla proclamazione Confindustria Genova precisa che sono stati mantenuti tutti i patti e gli impegni, anche di carattere economico e finanziario, sottoscritti nel corso di questi anni con l'Autorità di Sistema Portuale e con la CULMV. Quanto ai supposti problemi di relazioni industriali all'interno dei singoli terminal, la sezione ribadisce la piena disponibilità a un costante e costruttivo confronto con tutte le parti coinvolte. Nel corso dell'incontro organizzato questa mattina dall'Autorità di Sistema portuale, la Sezione Terminal Operators ha richiamato più volte le Organizzazioni Sindacali al senso di responsabilità, in un momento in cui una giornata di lavoro costituisce un privilegio”.

Al di là della situazione specifica del porto di Genova, la storia del lavoro in Italia dice che il lavoro non è un privilegio ma un diritto, e siamo stati contenti di vedere al fianco dei camalli i consiglieri regionali d’opposizione Ferruccio Sansa, Gianni Pastorino e Luca Garibaldi. 

“Il lavoro - scrive Sansa - è lo strumento che ci permette di far sentire la nostra voce nella società; è il nostro contributo alla città e al mondo in cui viviamo, oltre a essere ovviamente indispensabile per garantire a noi e alle nostre famiglia un'esistenza dignitosa, per consentire a noi e ai nostri figli di coltivare aspirazioni e opportunità. Il lavoro contribuisce a renderci uguali. L'espressione brutale di Confindustria rivela come per qualcuno dare lavoro sia una “graziosa” concessione, ma rivela soprattutto poca considerazione per il contributo che i lavoratori danno all'esistenza stessa delle imprese. Il lavoro, lo ripetiamo, è un diritto: deve essere tutelato, rispettato e sicuro. Anche lo sciopero è un diritto”. 

Presente anche Gianni Pastorino (capogruppo di Linea Condivisa) che scrive: “L'attacco sferrato dai terminalisti genovesi ai lavoratori portuali è senza precedenti. Sempre in lotta fra loro, hanno deciso di attaccare il porto, le organizzazioni sindacali, i lavoratori portuali e anche l'Autorità di Sistema Portuale in quanto Ente regolatore. Il messaggio è chiaro: vogliono avere mano libera sull'organizzazione del lavoro e sulle regole per poter incrementare ulteriormente il profitto. Ma la risposta dei lavoratori è compatta e forte. E io sono al loro fianco.”

Come Luca Garibaldi, consigliere regionale del PD: “Al fianco dei lavoratori portuali oggi in sciopero, dopo la decisione dei terminalisti di rimettere in discussione gli accordi faticosamente raggiunti in questi anni e minare la pace sociale nel Porto. Ieri, alla vigilia dello sciopero, la sezione dei terminalisti di Confindustria ha avuto la faccia tosta di dire ai sindacati che comunque in questi tempi una giornata di lavoro è un privilegio. Come per dire, “cosa vi lamentate, è già tanto che vi facciamo lavorare”. Neppure i padroni delle ferriere nell’Ottocento. La crisi si supera con la concertazione e il dialogo, per un porto che crei lavoro e ricchezza per tutti, e non per pochi.”

LNS

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