Da lunedì prossimo saranno giorni di sangue: i cinghiali che vivono lungo il torrente Bisagno a Genova, un centinaio, saranno abbattuti a seguito dell'ordinanza della Regione Liguria sulla peste suina.
"Non possiamo accettare questo provvedimento - commenta Sara d'Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi, rifugi che ospitano animali salvati da maltrattamenti e dal macello - .
Sarà una strage perché gli animali non avranno scampo, saranno braccati e fucilati. Sono cinghiali sani, stanno tutti bene. Per loro chiediamo misure alternative all'abbattimento. La peste non li ha raggiunti - prosegue Sara d'Angelo - .
I casi di carcasse di cinghiali positive alla peste sono ancora distanti dall'area frequentata da questi animali. Pensare di eliminarli a colpi di fucile, oltre che essere riprovevole, contribuirebbe a diffondere la peste spaventandoli e disperdendoli in fuga disperata verso altri territori, nei quali potrebbero trovare dei loro simili malati. Chiediamo che si fermi questo piano cruento, si cominci un monitoraggio di questo gruppo di cinghiali e si istituisca una sorta di riserva dove possano continuare a vivere tranquilli".
La Rete dei santuari chiama cittadini
e volontari - che già stanno monitorando gli animali - a manifestare il proprio dissenso per fermare la strage, inviando lettere alla Regione e alle altre istituzioni coinvolte nell'operazione e chiedendo loro trasparenza su eventuali abbattimenti già eseguiti anche in altre zone.
Per informazioni sulla protesta,
Inoltre, venerdì 4 febbraio a Genova, dalle ore 15 davanti al palazzo della Regione in piazza De Ferrari, è prevista la manifestazione "Giù le mani dai maiali", organizzata dalle associazioni Animalisti genovesi e Fine dello Specismo.