Contromano21 maggio 2022 14:35

Euroflora 2022, glorificazione di un successo inventato

“Successo incredibile” per le istituzioni, ma la vendita dei biglietti è stata un flop. Gli esperti sono delusi: “Manifestazione banalizzata e impoverita” (di Massimiliano Salvo)

Euroflora 2022, glorificazione di un successo inventato

Spettacolare la vista sul mare, certo. Piacevole il sole di maggio, ovviamente. Bellissime le distese di petali, così colorate. Straordinari i prati in primavera, così rilassanti. E magnifici i Parchi di Nervi che dal 24 aprile all’8 maggio hanno ospitato la XII edizione di Euroflora, un’esposizione internazionale di fiori nata negli anni ’60 a Genova e di cui la città è sempre stata innamorata. E infatti Euroflora, edizione dopo edizione, non può che essere in un modo: bellissima, spettacolare, straordinaria, magnifica. 

«Un successo incredibile», esulta il sindaco di Genova, Marco Bucci. «Uno spettacolo mozzafiato», secondo il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. «Modello da esportare nel mondo», per il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Tra gli otto ettari dei Parchi il tripudio è proseguito senza sosta, con le lodi del mondo politico-istituzionale-commerciale. «Che incanto», «che meraviglia», «che spettacolo», «è il ritorno agli anni d’oro».  

Ma è davvero così, considerato che Euroflora 2022 annunciava 450 mila visitatori e invece si è fermata a 240mila?

«Colpa del maltempo», minimizzano sindaco e organizzatori. Ma una domanda sorge spontanea: e se invece fosse difficile criticare una manifestazione grande e costosa (5,6 milioni di euro, spesi dalla società a proprietà pubblica Porto Antico), cui partecipano tutte le istituzioni liguri, due ministeri e il gotha nazionale del florovivaismo, settore che rappresenta il 5% del pil agricolo nazionale? Sono inoltre tantissimi i protagonisti locali che ben si guardano da avanzare obiezioni, se si considera che: avevano uno stand pure il Policlinico San Martino di Genova e la società comunale per la gestione del patrimonio immobiliare, la Spim;  che il nome Euroflora è finito sulle magliette di Genoa e Sampdoria; che al termine della manifestazione molte realtà liguri riceveranno le piante esposte in regalo; che gli sponsor principali sono grandi inserzionisti della stampa locale.


Che cos’è Euroflora

Nata nel 1966 con cadenza quinquennale, Euroflora è stata sospesa negli anni della crisi economica e ha ripreso nel 2018 grazie al sindaco di centrodestra Marco Bucci, traslocando dal Palasport ai Parchi di Nervi: con quel nuovo format sono stati venduti 247 mila biglietti (un «grande successo», disse il Comune). Il boom di quest’anno era stato annunciato: ma dall’obiettivo di 450mila presenze il sindaco Bucci è presto sceso a 300mila e infine a 240mila biglietti venduti per non andare in perdita (i 240mila visitatori stimati sono per forza meno, perché ci sono state decine di migliaia di ingressi gratuiti e di biglietti venduti a società partecipate dal Comune). Numeri ben diversi dal passato, se si pensa che nel 1986 ci furono 730mila visitatori, nel 2006 i biglietti venduti furono 560mila e nel 2011, l’edizione del tracollo, furono 430 mila. Lo stesso vale per gli espositori: nel 1991 erano 760 da tutto il mondo, quest’anno sono stati 300 (in crescita rispetto ai 250 del 2018) ma solo sei erano stranieri (da Francia, Principato di Monaco, Spagna, Paesi Bassi, Cina, Usa) 

Le aspettative erano comunque grandi perché Euroflora è l’unico appuntamento italiano riconosciuto da Aiph - International Association of Horticultural Producers, che raduna le principali fiere del settore (in Europa, oltre Genova, sono Gand in Belgio e Nantes in Francia). Ed è per questo che serpeggia la delusione tra chi analizza gli allestimenti: a partire dagli studenti di Architettura del paesaggio, convinti che a Euroflora avvenga il contrario di quanto studiano all’Università. 

Massimiliano Salvo

Giornalista, classe ’86, genovese, sindacalista, papà, è stato cronista per dieci anni nell'edizione ligure di Repubblica. Ha scritto per il Venerdì, L'Espresso, Meridiani, Domani, TPI. Il suo blog di viaggi, Mondograd, è sull’HuffPost. Prima o poi andrà in Antartide e aprirà una libreria.

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Massimiliano Salvo, Wall:out magazine

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